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Il ragazzino colpito alla testa in Spagna, aperta un’inchiesta (VIDEO)

Il direttore generale della polizia catalana lo ha definito un atto «involontario» a causa «del rimbalzo di un manganello». L’indagine servirà ad accertare eventuali responsabilità delle forze dell’ordine e riguarderà anche l’aggressione ad una 20enne che aveva provato a fermare gli stessi militari.
A cura di Biagio Chiariello
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In merito alle manifestazioni di protesta di ieri in Europa durante la giornata di sciopero generale, c'è una foto che ha girato più di tutte su Facebook e Twitter, tanto da diventare l'immagine-simbolo del 14 novembre: quella del ragazzino spagnolo di 13 anni in lacrime e grondante sangue dalla testa. Il fatto è accaduto a Tarragona ed ogni la polizia catalana ha deciso di aprire un'inchiesta sulla vicenda. Lo ha annunciato oggi il direttore generale dei Mossos d'Esquadra (la polizia catalana), Manel Prat, in dichiarazioni via radio alla Cadena Ser. I genitori del ragazzo hanno annunciato che sporgeranno denuncia per l'accaduto, lamentando anche la non collaborazione degli agenti per l'arrivo dei soccorsi. Secondo Prat l'inchiesta servirà a chiarire le responsabilità degli agenti, che concernono anche l'aggressione ad una 20enne che aveva tentato di fermare la polizia. «Questo fatto è ancora più grave», ha criticato il responsabile politico dei Mossos, riducendo l'aggressione al 13enne ad un atto «involontario» a causa «del rimbalzo di un manganello». Eppure guardando il video diffuso in serata si vede chiaramente che il minore è stato inseguito e colpito mentre manifestava in maniera del tutto pacifica insieme alla madre. La ferita è costata al ragazzino cinque punti di sutura, oltre che l'indelebile ricordo di una spiacevolissima avventura che sicuramente si poteva evitare.

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