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Il consigliere Pd che suggeriva i ‘trucchi’ per ottenere il reddito di cittadinanza

In un video mandato in onda si vede un consulente di un CAF di Palermo, ripreso con una telecamera nascosta, che spiega come eludere i controlli per il reddito di cittadinanza: si tratta di Sandro Russo, consigliere e capogruppo Pd a Monreale, comune vicino Palermo. Di Maio e Di Battista chiedono a Orfini e Martina di espellerlo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Luigi Di Maio aveva annunciato misure stringenti per chi voleva fare il furbo con il reddito di cittadinanza. Ma quello che non poteva aspettarsi è che il tentativo di ‘truffa' sarebbe arrivato proprio dalle fila del Pd. La storia è stata raccontata da un giornalista di La7, ed è stata trasmessa durante il programma tv ‘Non è l'Arena'. Nel video mandato in onda si vede un consulente di un CAF di Palermo, ripreso con una telecamera nascosta, che spiega come aggirare i controlli per il reddito di cittadinanza: ebbene questo consulente è Sandro Russo, consigliere Pd di Monreale, comune vicino Palermo.

Russo spiega al giornalista – che non si dichiara come tale – come fare per percepire un doppio sussidio: rivolgendosi a una coppia di fidanzati che convivono il consulente consiglia di dichiarare il falso, suggerendo tra l'altro di continuare a lavorare in nero, rifiutando eventuali lavori proposti dal Centro per l'Impiego. "È meglio in questo caso non sposarsi e dichiarare due residenze diverse". "Ci sono controlli?" chiede il giornalista. E il consigliere Pd lo tranquillizza: "Che controlli vuoi che ci siano? Potete dire che siete compagni, e sei andato a trovare la tua compagna a casa". Nel caso in cui due persone convivano sotto lo stesso tetto avrebbero diritto infatti a un solo reddito. Un raggiro ai danni dello Stato. Di Maio è in studio e scuote la testa.

Sandro Russo si è difeso: "Sono stato raggirato e sto valutando una querela il giornalista de La7 si è qualificato come un collega della Cgil che voleva parlare del reddito di cittadinanza perché voleva fare degli approfondimenti. Non parlavo quindi con un utente. Anche perché l’addetto alle pratiche Isee del reddito di cittadinanza non sono io. Vi prego, basta strumentalizzare questo episodio". Negli spezzoni mandati in onda però sembrerebbe una normale conversazione tra un utente e un consulente.

Il suo partito lo blinda: "Il Pd Monreale esprime solidarietà al capogruppo Sandro Russo per la vicenda che lo vede coinvolto – ha scritto in una nota Manuela Quadrante, segretaria del Pd di Monreale – Non abbiamo motivo di dubitare delle dichiarazioni fatte dal consigliere Russo, conoscendo la correttezza del suo operato e avendo ascoltato le centinaia di attestazioni di stima di tanti cittadini monrealesi che quotidianamente si rivolgono a lui. Siamo certi, e gli auguriamo, che saprà chiarire questa vicenda nel migliore dei modi ed uscirne a testa alta".

Il vicepremier Luigi Di Maio ha commentato così: "In un Caf di Palermo una persona consigliava alle persone come eludere i paletti del reddito di cittadinanza". Il vicepremier ha specificato che si tratta "di un centro di assistenza fiscale dell'Alpaa federata con la Flai Cgil", suggerendo il neo eletto segretario, Maurizio Landini, di "accertare con chi si vadano a federare" e di ‘‘prendere dei provvedimenti nei confronti di questo signore".

"Ammesso che questi consigli funzionino – ha aggiunto Di Maio –  direi di evitare di ascoltare questi consigli perché, come si dice dalle mie parti, questi consulenti che ti consigliano come eludere la legge fanno passare ‘nu guaio' alle persone che si convincono. Evitate di cadere nel tranello di quelli che dicono che non ci sono controlli perché invece ci sono. Se qualcuno ha commesso un reato, non ci sarà pietà per nessuno, si rischiano fino a 6 anni di carcere".

In un secondo video, girato con Alessandro Di Battista, Di Maio ha attaccato il capogruppo Pd al Consiglio comunale di Monreale: "Il primo furbetto non è una persona in difficoltà, ma è un consigliere comunale del Pd. Questo dato è importante: tutti quelli che in questi anni hanno passato il tempo a smontare il reddito di cittadinanza si ritrovano ad avere un furbetto nel loro stesso partito. Lo abbiamo individuato e lo abbiamo fatto sospendere". "Non ci posso credere. Vogliano raccogliere le firme per contrastare questa misura e un uomo del loro stesso partito spiega come fregare lo Stato. Chapeau, complimenti, buon funerale", ha commentato ridendo Di Battista. "Noi ci aspettiamo l'espulsione adesso di questo consigliere dal Pd, lo diciamo a Martina e Orfini, anche se sono contrari alle espulsioni di solito", ha aggiunto Di Maio.

Alpaa vuole denunciare Di Maio

Il 29 gennaio agenti della Guardia di Finanza di Palermo si sono recati nella sede del Caf Cgil e nella sede dell'Alpaa, per sequestrare la documentazione e risalire così al ‘furbetto' ripreso dalle telecamere della trasmissione di Massimo Giletti.

"Noi abbiamo solo la colpa di condividere l'immobile con il Caf della Cgil – ha detto Franco Colletti responsabile regionale dell'Alpaa, struttura che fa capo sempre alla Cgil, che sta pensando a una denuncia – Noi ci occupiamo di pratiche legate all'agricoltura. Nulla a che fare con il reddito di cittadinanza. L'impiegato ripreso è del Caf della Cgil che si trova nella stessa sede. Tra l'altro abbiamo già trovato un'altra sede a San Giuseppe Jato visto che assistiamo gli agricoltori in provincia di Palermo. Piazza Marina è una strada che rientra nella Ztl e non era più consona per i nostri assistiti".

E ha aggiunto: "Denunceremo il ministro Luigi Di Maio. Questa cosa non finisce qui. Anche perché è tutto strumentale". Come ha riportato il ‘Giornale di Sicilia', il presidente dell’associazione, Luigi Rotella e il presidente regionale siciliano Colletti hanno parlato di gravi accuse lanciate da Luigi Di Maio, che giudicano "infamanti e superficiali".

"Considerata la gravità delle accuse del ministro che si è spinto fino a chiedere al neo segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, di rompere l'accordo di affiliazione che ci lega alla Flai-Cgil – hanno detto in una nota – abbiamo dato mandato ai nostri legali di tutelarci nelle sedi competenti".

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