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Elezioni politiche 2018

I risultati delle elezioni 2018: da Minniti a Franceschini tutti i big sconfitti alle urne

È ancora in corso lo spoglio delle schede per i collegi uninominali. Alla Camera i collegi in cui le operazioni di scrutinio sono chiuse sono circa la metà, altrettanto al Senato. Ma per molti “big” la debacle è già certa.
A cura di Annalisa Cangemi
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È ancora in corso lo spoglio delle schede per i collegi uninominali, ma il dato è evidente: le sfide non sono andate come molti dei "big" si aspettavano. Alla Camera i collegi in cui le operazioni di scrutinio sono chiuse sono circa la metà (109 su 231). Altrettanto al Senato, con 49 su 115.

E Cominciamo da D'Alema, il cui progetto di ricostruzione di una sinistra che fosse più a sinistra del Pd non ha convinto l'elettorato: Massimo D'Alema, perde nel suo collegio storico, quello di Nardò, in Puglia, dove correva per l'uninominale al Senato, battuto da Barbara Lezzi (M5S). D'Alema si è fermato al 3,9%, che è un dato poco sopra la media regionale ottenuta da Liberi e Uguali, mentre la grillina fa il botto con il 39,84%, sconfiggendo anche il viceministro uscente Teresa Bellanova (Pd). "Parte della mia Terra era definita il granaio della destra. Un'altra parte, invece, era il feudo della sinistra. Ora è libera ed ha scelto il coraggio della buona politica", commenta soddisfatta la Lezzi su Facebook.

Altrove non è andata meglio al suo partito, visto che il leader, Piero Grasso, raccoglie ben poco nella sua Palermo. Colpa delle schede errate e dei ritardi nell'apertura dei seggi? Può darsi, ma intanto per il presidente del Senato uscente la sconfitta è evidente: raccoglie il 5,81%, nel collegio Palermo 1, quello del centro, con 11.580 voti, piazzandosi al quarto posto. Vince anche qui il candidato M5s Steni Di Piazza con 87.301 voti (43,86%). Secondo posto per il centrodestra con Giulio Tantillo (30,32%), e terzo per il centrosinistra con Teresa Piccione (16,65%).

Ha il sapore di un addio il commento del senatore Pd Stefano Esposito, che ha annunciato di volersi di ritirare dalla politica: non ha superato la prova delle urne nel collegio di Collegno, conquistato da Roberta Ferrero della Lega Nord. E si sfoga su Facebook: "Gli elettori hanno dato il loro responso. Ho perso. Nel collegio uninominale la sfida era prima di tutto tra candidati. Quindi la sconfitta è la mia sconfitta. Non mi sentirete dire è colpa di tizio o di caio" – aggiunge – "la pratica di scaricare le responsabilità su altri non mi appartiene. Con queste elezioni – afferma – si chiude il mio impegno politico a tempo pieno. Tra qualche giorno ritornerò al mio lavoro in Prefettura".

È andata male anche la corsa del ministro degli Interni Minniti, bocciato a Pesaro contro Andrea Cecconi, al centro dello scandalo "rimborsopoli" del Movimento 5 Stelle. Non è stato premiata per il suo lavoro da ministro nemmeno Roberta Pinotti, titolare della Difesa (26,72%), battuta nel collegio uninominale 2 di Genova dal pentastellato Mattia Crucioli, e dal candidato delcentrodestra Angelo Vaccarezza.

Per quanto riguarda i ministri del governo Gentiloni tra i perdenti nella sfida del maggioritario c'è anche Dario Franceschini, che non viene promosso a Ferrara, e il ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, che catapultato a Sassuolo arriva solo terzo, così come Valeria Fedeli, ministro dell'Istruzione, candidata al Senato ha perso la sfida con l'avversaria di centrodestra Rosellina Sbrana: la candidata leghista ha conquistato il 32,7% dei voti contro il 32,03% dell'ex ministro nel collegio di Pisa.

E di certo non ride neanche Vittorio Sgarbi che correva con il centrodestra, costretto a fare i conti con la debacle nel collegio di Acerra, dovuta alla schiacciante vittoria di Luigi Di Maio: 63,8% contro il 20 dello storico dell'arte. Gianni Pittella (Pd), presidente del Gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) al Parlamento europeo, è stato sconfitto da Saverio De Bonis (M5S): il dem si ferma al 22,5%, lontano dal 41,3 dell'avversario. Non ce la fa neanche il renziano Matteo Orfini, presidente del partito, candidato alla Camera nel collegio di Roma Torre Angela, che si piazza terzo, dopo Lorenzo Fioramonti, ministro-ombra per lo Sviluppo economico con il M5s, e Barbara Mannucci del centrodestra.

Sonora sconfitta anche per Angelo Bonelli che non ce la fa a entrare in Parlamento. La lista ‘Insieme' è lontana dal 3% per il proprzionale. All'uninominale Bonelli è terzo nel collegio di Pesaro Senato, conquistato da M5S.

Paolo Siani (Pd), fratello del giornalista del Mattino Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra, sarà comunque eletto come capolista nel listino proporzionale, ma nel collegio San Carlo all'Arena, arriva al 21,56% con 25.492 voti, contro il 48,01% di Doriana Sarli, portavoce M5S e figlia dello stilista Fausto Sarli.

Flop anche per Laura Boldrini a Milano, che arriva solo quarta nel collegio uninominale con appena il 4,58% dei voti, mentre i suoi avversari Bruno Tabacci (+Europa) è primo con il  il 40,57% dei voti, Cristina Rossello (centrodestra) seconda con il 37,36%, il cinque stelle Alberto Bonisoli terzo con il 14,18%.

Cesare Damiano, il candidato del centrosinistra alla Camera nel collegio uninominale Umbria 3 Terni, è arrivato invece terzo con il 25,5% dei voti, dietro a Raffaele Nevi di FI e Lucio Riccetti, M5S. Conquistano invece il seggio alla Camera nella sfida uninominale Beatrice Lorenzin a Modena e Graziano Delrio a Reggio Emilia. Boschi, ha ottenuto il 41% dei voti, superando di gran lunga la sua principale sfidante, Michaela Biancofiore, che si ferma a poco più del 25%. La spunta nel collegio di Siena anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che vince la sfida con l'economista della Lega, Claudio Borghi.

Nel M5S, tra i big che non sono riusciti a sfondare c'è il giornalista Gianluigi Paragone, che a Varese non ce la fa contro il senatore Stefano Candiani che sfiora il 50%.

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