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Hotel Rigopiano, recuperati tutti i corpi: il bilancio definitivo è di 29 vittime

A distanza di una settimana dalla valanga che ha travolto l’Hotel Rigopiano di Farindola tutte le vittime sono state recuperate. Delle 40 persone che si trovavano nella struttura sono sopravvissuti in 11.
A cura di Susanna Picone
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Il bilancio è ora definitivo: 29 morti e 11 sopravvissuti. Gli ultimi due dispersi che mancavano all’appello sono stati recuperati dai vigili del fuoco nella tarda serata dalle macerie dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto una settimana fa da una valanga. Si trovavano nella zona tra il bar e la hall, dove tutti gli ospiti e i dipendenti dell'albergo attendevano l'arrivo dello spazzaneve che avrebbe dovuto portarli via. “Non ci fermeremo fino a quando non avremo la certezza che non ci sia più nessuno”, aveva assicurato nei giorni scorsi il funzionario del Dipartimento della Protezione Civile Luigi D'Angelo. “Dobbiamo continuare a cercare fino alla fine”, aveva detto, “fino a quando non avremo trovato tutti”. E così è stato, per una lunga settimana di ricerche senza sosta. Il bilancio del Rigopiano è definitivo in quanto si è esaurita la lista ufficiale delle persone che si trovavano all’interno dell’hotel e che comprendeva, appunto, 28 ospiti di cui 4 bambini e 12 dipendenti. Non c’è dunque più nessuno di ufficiale da rintracciare. Delle 29 vittime recuperate, 15 sono uomini e 14 donne.

Le vittime del Rigopiano identificate

Ventidue vittime sono state finora identificate, gli ultimi Marco Tanda, il pilota 25enne della Ryanair originario di Gagliole (Macerata) e la fidanzata Jessica Tinari, di Lanciano. Gli altri sono: Rosa Barbara Nobilio e suo marito Piero di Pietro, Nadia Acconciamessa e il marito Sebastiano di Carlo, l'estetista dell'hotel Linda Salzetta, Paola Tommasini, Ilaria De Biase, Luana Biferi, Jessica Tinari, Sara Angelozzi, Marinella Colangeli, il maitre Alessandro Giancaterino, il cameriere Gabriele D'Angelo, Stefano Feniello, Marco Vagnarelli, l'amministratore dell'hotel Roberto Del Rosso, il receptionist Alessandro Riccetti, il rifugiato senegalese Faye Dame, Claudio Baldini, Emanuele Bonifazi. Sette i corpi ancora da identificare.

Molti corpi trovati nello stesso ambiente dell'hotel

Gran parte delle vittime nello stesso ambiente, quello che una volta era il bar – Gran parte delle vittime si trovavano in un unico ambiente: quello che una volta era il bar dell’albergo. I vigili del fuoco, in quella zona, erano arrivati già due giorni fa. Erano entrati passando dalle cucine e lì avevano avuto un brutto presentimento: alcuni di quegli ambienti erano rimasti miracolosamente intatti, ma non c'era nessuno. “Speravamo di trovare qualcuno ancora vivo – avevano detto – anche se sapevamo bene che stavano per lasciare l'albergo e dunque erano tutti radunati da un'altra parte. Però magari qualcuno era tornato indietro, o si era attardato per qualche motivo in cucina. E se fosse stato così si sarebbe forse salvato”.  Dopo le cucine, i soccorritori sono arrivati al bar. Un'ampia zona tra la sala del camino, dove c'erano alcuni dei sopravvissuti, e l'area ricreativa, dove si trovavano i tre bambini. Dentro si sono trovati di fronte a un unico groviglio di macerie, di neve e di corpi. Qualcun altro, invece, è stato recuperato nella zona dove c'erano le camere: quattro piani venuti giù completamente e schiacciati uno sull'altro. E gli ultimi due dispersi, un uomo e una donna, li hanno trovati sempre nella zona tra il bar e la hall.

Il punto sulle indagini

Il punto sulle indagini sulla tragedia del Rigopiano – Nella giornata di ieri, intanto, il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Tedeschini ha fatto il punto sulle indagini sulla tragedia del Rigopiano. Lo ha fatto parlando tra le altre cose dei risultati delle autopsie finora effettuate sui corpi delle persone morte sotto la valanga. Le cause dei decessi, ha spiegato il procuratore aggiunto, sono diverse una dalle altre. In alcuni casi sono morti immediate per schiacciamento, in altri c’è concorrenza di cause: schiacciamento, ipotermia e asfissia. “Dai risultati delle prime sei autopsie non abbiamo casi di esclusiva ipotermia”, ha sottolineato il procuratore. “Prima di parlare con i soccorritori non pensavamo a una valanga ma a un terremoto molto forte”, ha dichiarato intanto Giorgia Galassi, una delle donne salvate dalle macerie del Rigopiano insieme al fidanzato Vincenzo Forti. I due ragazzi hanno parlato con i giornalisti nel corso di una conferenza stampa a Giulianova durante la quale hanno spiegato che nessuno li aveva avvisati del pericolo valanghe.

Concluse le operazioni di soccorso

Curcio: “Soccorritori hanno portato all’estremo attività operative” – In conferenza stampa, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio ha detto che le operazioni di soccorso si sono concluse nella notte ma le attività nella zona dell'hotel sono ancora in corso. “I soccorritori fin dal primo momento hanno portato all'estremo le attività operative nella speranza di salvare vite, e abbiamo gioito nel momento in cui è avvenuto e ci siamo rattristati quando non è stato possibile, ma si è continuato a lavorare anche per restituire alle famiglie i dispersi, i loro cari”, ha detto dal punto stampa di Penne, dopo la conclusione della fase delle ricerche nelle macerie. “Stanotte – ha aggiunto Curcio – si è concluso un momento importante dal punto di vista tecnico, la parte di ricerca ma non si è conclusa l'attività del sistema l'invito agli operatori è di continuare con tutte le cautele perché questo è uno scenario molto complicato dal punto di vista tecnico”. Il direttore centrale delle emergenze dei Vigili del Fuoco, Giuseppe Romano, ha parlato di una operazione tra le più complesse da gestire: “Non riuscirei mai a raccontarvi cosa significa”, ha detto ricordando i turni di oltre 24 ore dei soccorritori.

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