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Guai in vista per Augusto Minzolini: rinviato a giudizio dalla Procura di Roma

Il direttore del Tg1 è stato rinviato a giudizio dalla Procura di Roma con l’accusa di peculato in relazione all’uso della carta di credito aziendale. Ieri inoltre l’accusa di “faziosità” da parte del Presidente della Camera Fini.
A cura di Susanna Picone
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Clima rovente per Minzolini, oggi il rinvio a giudizio

Ha vissuto sicuramente giorni migliori il “direttorissimo” del Tg1 Augusto Minzolini che, nelle ultime ore, è stato prima accusato dal Presidente della Camera Fini per “l’intollerabile faziosità del suo telegiornale” ed ha poi ricevuto la notizia del rinvio a giudizio richiesto dalla Procura di Roma.

Il direttore rischia infatti di finire a processo nell’ambito della vicenda delle spese effettuate con la carta aziendale senza autorizzazione alcuna. Secondo gli accertamenti, Minzolini avrebbe speso, nel corso di 14 mesi, una cifra che si avvicina ai 68mila euro. Nel corso dell’interrogatorio che si è svolto a luglio, il direttore si era difeso parlando di “spese di rappresentanza” mai contestate dai vertici aziendali e aveva commentato il lavoro della Procura come un “atto dovuto” precisando che aveva restituito subito l’intera somma alla Rai e di aver anche nel frattempo avviato un’azione legale di rivalsa nei confronti dell’azienda. Nello stesso tempo però aveva anche parlato di “un attacco politico e strumentale” più che evidente nei suoi confronti.

Nemmeno oggi, alla luce della notizia del rinvio a giudizio, ha mancato nel commentare lasciando intendere forse un accanimento particolare nei suoi confronti.

Tenendo conto come vanno le cose in questo Paese e che l’esposto da cui nasce la vicenda porta la firma dell’ex pm Antonio Di Pietro, me lo aspettavo

il primo commento a caldo seguito poi da un rassicurante “Io comunque sono tranquillo e ho la coscienza a posto su una vicenda che ho già chiarito con l’azienda”. 

Il clima è rovente intorno a Minzolini

Un ottimismo, quello di Minzolini, che realisticamente però non sembra del tutto credibile. I malumori all’interno della Rai dovuti in primis al comportamento, talvolta non proprio professionale, del direttore sono evidenti già da un po’ e già più volte hanno costretto il Presidente dell’azienda Paolo Garimberti ad “isolare” diversi commenti del giornalista definendoli “strettamente personali e che non impegnano in alcun modo la Rai”.

Con la notizia di oggi del rinvio a giudizio poi l’azienda dovrebbe costituirsi parte civile e la sospensione del giornalista sarebbe naturale.

Infine c’è la "questione Fini" con la richiesta di dimissioni avanzata dal Presidente della Camera che chiaramente va a toccare direttamente la Vigilanza Rai che non può tirarsi fuori dalla vicenda. Il Presidente della Commissione di Vigilanza Sergio Zavoli ha dichiarato, a tal proposito, di “interpellare i Capigruppo della Commissione al fine di corrispondere, e con quali modalità, agli interrogativi di carattere istituzionale che si pongono alla Rai”.

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