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Greenpeace, mamma dell’attivista a Napolitano: “Ci aiuti a farlo tornare”

La madre del giovane Cristian, arrestato dalle autorità russe, ha scritto una lettera a Napolitano pregandolo di intervenire direttamente per portare il 31enne a casa.
A cura di Antonio Palma
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"Mi rivolgo a Lei , Presidente, conoscendo la Sua storia e la Sua sensibilità verso i temi dei diritti umani, perché si adoperi per la libertà di Cristian" inizia con queste parole l'appello che la mamma di Cristian D'Alessandro, il giovane attivista di Greenpeace arrestato dalle autorità russe nel Mar Artico con i suoi 29 compagni, ha inviato oggi al Presidente della Repubblica invitandolo ad intervenire direttamente per salvare il ragazzo. "Sappiamo che il Ministero degli Esteri sta facendo tanto per riportarlo a casa" scrive la signora Raffaela Ruggiero nella missiva indirizzata al Capo dello Stato, aggiungendo "certo, il momento è grave per il Paese e ben altri pensieri affollano la Sua mente, lo so bene, ma pure mi permetta di insistere perché rivolga qualche minuto del Suo prezioso tempo al mio ragazzo ed ascolti, per cortesia, il mio appello"

Cristian voleva costruire un mondo migliore – Ripercorrendo la storia universitaria e lavorativa di Cristian la madre racconta "Cristian ha 31 anni, ha conseguito la laurea in biotecnologie mediche all'Università Federico II di Napoli, con una tesi di ricerca che ha avuto risultati lusinghieri ed apprezzamenti dai docenti fino a meritare la pubblicazione su una rivista scientifica. Durante il percorso universitario ha fatto le sue prime esperienze lavorative in Inghilterra, dove ha imparato la lingua pagandosi il soggiorno facendo il cameriere. Una volta laureato, assecondando il bisogno interiore di mettere in atto quei principi che per molti restano solo teoria, ha fatto la sua scelta di vita, aderendo ai principi dell'organizzazione ecopacifista Greenpeace". "Cristian aveva il sogno di contribuire a costruire un mondo migliore ed ha creduto di poterlo fare pacificamente con i  suoi compagni di Greenpeace. Questo sogno adesso è una colpa, anzi un reato gravissimo" sottolinea la signora, concludendo "la preghiamo Presidente, creda in questo nostro ragazzo, e ce la metta tutta per aiutarlo e per aiutarci".

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