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Gli aumenti dei pedaggi autostradali nel 2014

Dalla Torino-Aosta alla tangenziale di Napoli passando per l’Autobrennero, sono numerose le tratte interessate dagli aumenti per il nuovo anno.
A cura di Antonio Palma
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Brutte notizie per gli automobilisti, con il nuovo anno alle porte per gli italiani, puntuali come un orologio svizzero, anche nel 2014 sono in arrivo gli immancabili aumenti a cominciare dai pedaggi autostradali. Per l'anno nuovo infatti sono previsti ritocchi al rialzo per molte tratte nazionali e che in alcuni casi, come denuncia l'Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni dei Trasporti (Onlit), rappresentano rincari a due cifre. E' il caso della Torino-Aosta dove ci sarà un aumento del 15% o della Venezia-Trieste con una  aumento del 12,9%, per non parlare della Venezia-Padova dove la maggiorazione comporterà un aggravio da 70 centesimi a tre euro. Sono però molte le tratte coinvolte da questi rincari, diventati oramai definitivi dopo il via libera del Cipe alle richieste delle società concessionarie. Aumenti consistenti sono previsti ad esempio sulla Asti-Cuneo (+7,20 per cento) e sul Passante di Mestre (+13,55 per cento). Aumenti, seppur più contenuti, ci saranno infine anche per l’Autostrada dei Fiori (+3,70 per cento), per la Milano Serravalle (+1,16 per cento), per l’Autostrada Ligure – Toscana S.p.A(+3,93 per cento), per la Tangenziale di Napoli (+3,59 per cento) e per la Torino-Savona (+2,24 per cento) oltre che per l'Autobrennero (+1,63 per cento).

Si tratta di "aumenti ingiustificati" che giungono "nel consueto caos dei provvedimenti di fine anno" denuncia il presidente dell'Osservatorio sulle Liberalizzazioni dei Trasporti, Dario Balotta, accusando "da anni gli aumenti dei pedaggi finiscono con l'accumulare ingenti flussi di cassa dei concessionari autostradali, che sono investiti in attività finanziarie o vengono utilizzati per nuove partecipazioni societarie anziché essere impiegati in nuovi servizi o nuove opere per gli automobilisti come promesso per giustificare gli aumenti". I concessionari "hanno imposto ancora una volta al Governo la logica della rendita di posizione monopolista in contrasto con gli interessi generali del Paese" denunciano ancora dall'osservatorio , concludendo "i concessionari autostradali hanno già abbondantemente ammortizzato gli investimenti della rete più vecchia e frammentata d'Europa e oggi continuano a realizzare consistenti extra-profitti, senza aver alcun vincolo di tutela dell'ambiente e di miglioramento del servizio".

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