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Giulio Regeni, sorella lancia l’appello su Facebook: “Appendete striscioni per lui”

Irene Regeni pubblica la foto di uno striscione sul balcone della casa di famiglia e invita tutti ad appendere striscioni perché emerga la verità sulla morte del fratello.
A cura di Antonio Palma
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"Appendete striscioni, condividete le foto, per mio fratello, per Giulio Regeni, per il mondo intero", così Irene Regeni, la sorella del ricercatore italiano ucciso in circostanze misteriose al Cairo, in Egitto, ha deciso di lanciare dal suo account facebook un appello affinché tutti lottino perché emerga la verità sulla morte del ragazzo. Una iniziativa di sostegno alla famiglia che in più occasioni ha chiesto alle autorità italiane di cercare la verità su quanto accaduto impegnandosi a non far cadere un velo di silenzio sulla vicenda. Anche per questo insieme all'appello, sul post apparso sul noto social network, Irene Regeni ha anche pubblicato una foto del balcone di casa della famiglia Regeni a Fiumicello, in provincia di Udine, in cui compare in primo piano sulla ringhiera uno striscione giallo con la scritta "Verità per Giulio Regeni".

Intanto anche il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia si è mobilitato per Giulio Regeni. La Regione infatti ha deciso l'invio di una lettera formale al governo italiano per chiedere giustizia. “Non vi sfugga come nelle controversie internazionali sia importantissima la presa di posizione dei Governi e delle Istituzioni locali come elemento di pressione sui Governi e sui Tribunali perché non venga ostacolata la ricerca della verità e si possa aiutare a costruire un clima favorevole all'accertamento della verità e al fatto che sull'orribile fine di Giulio Regeni venga fatta giustizia", ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, dopo il minuto di silenzio dell'aula.

Ad un mese dalla scomparsa del giovane ventottenne friulano, torturato e ucciso mentre si trovava nella capitale egiziana per ragioni di studio, però è ancora mistero su quanto realmente accaduto e su chi ci sia dietro il brutale delitto. Nonostante le rassicurazioni del governo italiano e di quello egiziano, infatti, le indagini sembrano essere ad un punto morto. Fonti della sicurezza della prefettura locale citate da alcuni quotidiani egiziani, infatti, hanno riferito che al momento gli inquirenti non sono riusciti ancora a raccogliere nuove informazioni sui criminali che hanno ucciso Regeni e che le indagini restano difficili anche per le numerose amicizie che il ragazzo intratteneva con persone del posto.

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