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Giulio Regeni, chi è lo studente di Cambridge sparito nel nulla in Egitto

Molto impegnato politicamente, seguiva da vicino la situazione dei paesi nordafricani. I genitori si sono precipitati al Cairo e chiedono il silenzio stampa per “non interferire con la diplomazia”. Si batte la pista della criminalità comune e del terrorismo.
A cura di Giorgio Scura
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Purtroppo si è conclusa nel peggiore dei modi la vicenda della scomparsa di Giulio Regeni, lo studente 28enne originario di Fiumicello (Udine). L'ultimo contatto con la famiglia era stato domenica 24 gennaio, via Skype, in cui il ragazzo, dottorando in commercio e sviluppo internazionale al dipartimento di politica e studi internazionali dell’università di Cambridge, si era mostrato tranquillo. Lunedì 25 gennaio, verso sera, mentre si recava in metro a un appuntamento vicino a Piazza Tahir, caldissima in questi giorni per alcune manifestazioni di protesta contro il regime di al-Sisi, Giulio è stato portato via, torturato, ucciso e il suo corpo gettato in un fosso a 60 km dal Cairo, verso Alessandria.

Ma chi è Giulio Regeni? Viaggiatore, intellettuale, impegnato politicamente a sinistra (l'immagine di copertina del suo profilo Facebook è quella di Enrico Berlinguer), Giulio alle medie era stato eletto ‘sindaco dei ragazzi' e già a 17 anni, durante il liceo Petrarca che frequentava a Trieste, andò a studiare per un anno nel New Mexico, negli Stati Uniti. Odiava la pizza con il ketchup, come racconta un'amica di studi a Fanpage, preferiva il salmone al forno.

Curioso, appassionato di teatro e conoscitore di lingue (oltre a un perfetto inglese, conosce francese, spagnolo e arabo che voleva perfezionare con questo viaggio in Egitto), seguiva da studioso le notizie dal Nordafrica e dal Medio Oriente.

Le indagini si concentrano sulla rete di amicizie e conoscenze che Giulio aveva stretto in Egitto. Partendo proprio da un ultimo contatto, un sms che lo studente di Fiumicello ha inviato a un suo conoscente egiziano, Amr Assad. «Voleva fare visita a un amico per il suo compleanno. Mi ha mandato un messaggio dicendomelo – racconta  –, ma quando ho provato a chiamarlo il suo cellulare era spento. Il giorno dopo ho saputo da un altro amico che lo stava aspettando in strada, che non è mai arrivato a destinazione, e il suo telefono continua a essere spento».

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