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Filippine, dichiarato lo stato di calamità naturale: 957 morti e 49 dispersi (VIDEO)

Oltre 900 morti e decine di dispersi nelle Filippine, dove si è abbattuta la tempesta Washi: il numero delle vittime è destinato ad aumentare; intanto, il presidente Benigno Aquino ha dichiarato lo stato di calamità naturale.
A cura di Daniela Caruso
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Violento uragano nelle Filippine

Nelle Filippine è stato dichiarato lo stato di calamità naturale: a proclamarlo il Presidente Benigno Aquino. Dopo le inondazioni che hanno colpito il paese e che hanno danneggiato 300 mila persone, provocandone il decesso di centinaia, nel Paese è massimo allarme. Tantissimi i corpi recuperati dal fango e dai detriti, 43 mila cittadini, invece, non hanno più un tetto sotto il quale dormire. Sono sorti dubbi e perplessità sulle modalità di soccorso, che non si sarebbero allineate alle normative di igiene e sicurezza. Come ha dichiarato un uomo sopravvissuto e presente sul posto, “Quando ho visto i corpi nella fossa sono rimasto sconvolto dall’orrore. Hanno trattato corpi umani come animali, lasciandoli sotto il sole e senza nessuna protezione”. Per questi motivi, infatti, si pensa che possa diffondersi tra le popolazioni colpite, epidemie a causa dei cadaveri che giacciono nelle acque e che non hanno ancora subito una degna sepoltura. Le città maggiormente danneggiate dalla tempesta Washi, e dalle sue terribili conseguenze, sono Iligan e Cagayan de Oro, zone con la più alta percentuale di vittime.

La tempesta si è concentrata, in particolar modo, nell’area settentrionale dell’isola di Mindanao, situata nel sud delle Filippine. Il bilancio delle vittime, diffuso dall’Agenzia Nazionale per la Prevenzione delle Catastrofi, ammonterebbe a 957 morti ai quali si aggiungono 49 dispersi. Le Filippine sono spesso soggette a tempeste tropicali: ogni anno, infatti, se ne contano circa una ventina. Interi villaggi spazzati via dai forti venti e dalle inondazioni in piena notte, ma gli abitanti erano preparati già al peggio, nonostante non era stato lanciato alcun allarme da parte delle autorità locali. A mettere in ginocchio le Filippine, oltre la scarsa informazione in merito alla catastrofe imminente, anche l’assenza di una cultura della sicurezza, l’ossessivo disboscamento e la massiccia urbanizzazione di diverse regioni, nelle quali tali calamità si verificano più frequentemente. Al momento, c’è forte necessità di beni di prima necessità, come alimenti, indumenti, medicinali, assistenza sanitaria ma anche manodopera per costruire alloggi di fortuna nei quali sistemare i sopravvissuti. L’Unicef si sta mobilitando per portare aiuto alle zone colpite e fornire ai soccorsi, kit igienici e alimentari per fronteggiare l’emergenza.

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