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Fece a pezzi la vicina con la sega elettrica: 17 anni al killer di Mestre

Riccardo Torta, 69 anni, è stato condannato per omicidio e vilipendio di cadavere per l’atroce assassinio della vicina Nelly Pagnussat, 77 anni, avvenuto il 15 gennaio 2016 a Mestre. L’uomo aveva già scontato una condanna per un omicidio commesso nel 1973.
A cura di Angela Marino
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Diciassette anni di carcere al pluriomicida che nel 2016 uccise e poi fece a pezzi con una sega elettrica la vicina. Riccardo Torta, 69 anni, è stato condannato per omicidio e vilipendio di cadavere per l'atroce assassinio di Nelly Pagnussat di 77 anni, avvenuto  il 15 gennaio di un anno fa a Mestre (Venezia). Sebbene la difesa avesse chiesto l'assoluzione per incapacità di intendere e di volere il Tribunale ha ritenuto Torta responsabile del delitto aggravato dalla premeditazione con l'obbligo di ricoverarsi per tre anni in una struttura psichiatrica. Il pm Laura Cameli aveva chiesto trent'anni quale misura massima prevista per il rito abbreviato.

Il delitto

I fatti risalgono a 13 mesi fa. Poco dopo le ore 20 in via Cà Venier, a Mestre, a 15 minuti da Venezia, in una stradina residenziale nel centro cittadino, va in scena un copione da incubo. Come in un film horror, i vicini vedono un uomo correre per le scale del palazzo brandendo una motosega sporca di sangue. Pochi minuti dopo nello stabile ci sono gli uomini della squadra mobile della Questura di Venezia, gli agenti delle forze speciali, il team medico del 118 e del servizio psichiatrico. Riccardo Torta, reo di aver ucciso nel 1973 un'altra persona, si è blindato nel suo appartamento. È fuggito dopo aver ucciso l'inquilina del secondo piano. Il palazzo viene evacuato dai poliziotti spiegando ai condomini, per non creare allarme, che si tratta di una fuga di gas. Nel frattempo gli esperti hanno iniziato la negoziazione con il pericoloso proprietario dell'appartamento al secondo piano. Intorno alle 22 l'uomo getta la spugna e si lascia mettere le manette. Sciolta la situazione i poliziotti entrano in quel mattatoio che è la scena del crimine, per eseguire i rilievi. Il massacro è annunciato da alcune tracce di sangue sul pianerottolo, ma lo spettacolo che si presenta all'interno è sconcertante. Chiusi in sacchetti di nylon ci sono alcuni pezzi del cadavere che l'assassino aveva iniziato a sembrare nell'intento di disfarsene. La donna, si scoprirà poi grazie agli esami medico legali, era stata uccisa a martellate. Il movente? Un mistero. Secondo i vicini Riccardo Torta, detto ‘Ricky', era estremamente legato alla donna tanto da chiamarla affettuosamente "zia". Impossibile determinare cosa sia scattato nella mente del 69enne con un passato di violenza e disturbi psichiatrici.

Il passato del killer: l'omicidio del 1973

Torta aveva già scontato la pena per l'omicidio di un finanziere avvenuto nel 1973 avvenuto. Il 31 maggio su rio di San Polo un motoscafo in legno della Guardia di Finanza andò a fuoco dopo essere stato colpito da una lastra di travertino lanciata dall'Accademia. Si trattava di un “ranger” lungo nove metri, partito dalla Stazione Navale della Giudecca. A bordo c'erano tre uomini. Alberto Calascione, 25 anni, di Pozzuoli (Napoli), morì sul colpo con il cranio frantumato dalla lastra. Vincenzo De Stefano, 29 anni e il tenente Carmine Scarano, 28, si salvarono. Un’ora dopo Riccardo Torta, detto “Ricky”, 25 anni, un omone biondo, di buona famiglia, noto nell'ambiente del contrabbando di sigarette, fu arrestato.

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