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Eternit, l’attesissima sentenza: condannati a 16 anni i due vertici dell’azienda (VIDEO)

Il Tribunale di Torino condanna a 16 anni di reclusione il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier De Marchienne, colpevoli dei reati a loro contestati. A ciascun parente delle vittime dell’amianto andranno 30 mila euro di risarcimento. La sentenza è stata accolta tra le lacrime dei parenti delle vittime.
A cura di Susanna Picone
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Il Tribunale di Torino condanna a 16 anni di reclusione il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier De Marchienne, colpevoli dei reati a loro contestati. A ciascun parente delle vittime dell’amianto andranno 30 mila euro di risarcimento. La sentenza è stata accolta tra le lacrime dei parenti delle vittime.

L’attesissima sentenza relativa al processo Eternit è arrivata puntuale ed è stata accolta tra le lacrime dei presenti al Tribunale di Torino. Le prime parole pronunciate dal giudice sono state quelle che tutti si aspettavano: “Colpevoli dei reati a loro contestati”. Gli ultimi proprietari della Eternit in Italia, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, 65 anni, e il barone belga Louis De Cartier De Marchienne, 91 anni, sono stati condannati a 16 anni di reclusione ciascuno (l’accusa aveva infine chiesto 20 anni) per disastro doloso e omissione di misure infortunistiche. Una condanna relativa ai reati commessi negli stabilimenti piemontesi di Casale Monferrato e Cavagnolo, dal 13 agosto 1999 in poi. I reati precedenti a questa data sono stati invece prescritti come anche quelli contestati negli stabilimenti di Bagnoli (a Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia).

[quote|left]|Un processo storico e una sentenza esemplare.[/quote]Lunghissimo l’elenco dei risarcimenti – Nella sentenza letta dai giudici risulta lunghissimo l’elenco dei risarcimenti per le parti civili: ai sindacati andranno 100 mila euro, 4 milioni al Comune di Cavagnolo, 15 milioni all’Inail, 5 milioni all’Asl, 20 milioni alla Regione Piemonte e 25 milioni al Comune di Casale. Ai familiari delle vittime, invece, spetterà un risarcimento di 30mila euro ciascuno per un totale di 120 milioni di euro. Inoltre sono previsti una serie di risarcimenti particolarmente significativi ad associazioni ambientaliste, Medicina democratica e sindacati. Immediati sono stati i primi commenti a caldo: per il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, si tratta di “un processo storico e una sentenza esemplare. La magistratura con questa sentenza dà giustizia alle migliaia di morti per amianto”. Soddisfatto anche il Pd che ha accolto la lettura della sentenza e si è espresso tramite Felice Casson, vicepresidente del gruppo al Senato, che ha rivolto il suo primo pensiero alle vittime dell’amianto: “La condanna è una tutela per i cittadini. Ora la politica deve perseguire l’azione avviata dalla magistratura”.

Una sentenza accolta tra le lacrime – Dal Ministero della Salute Renato Balduzzi è arrivato invece questo commento: “È una sentenza che senza enfasi si può definire davvero storica, sia per gli aspetti sociali che per gli aspetti strettamente tecnico-giuridici”. Eco di commenti, insomma, a quello precedente alla sentenza del procuratore Raffaele Guariniello che aveva appunto parlato di un “processo storico”. L’aula del Tribunale di Torino era affollata da almeno 1500 persone giunte da tutta Italia e da molti paesi stranieri per assistere alla lettura della sentenza ed è stata accolta, in particolar modo dai parenti delle vittime dell’amianto, con commozione. Qualcuno, subito dopo le prime parole pronunciate, ha abbandonato l’aula del Tribunale per lasciarsi andare ad un pianto liberatorio.

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