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Zero morti Covid a Londra, la gioia degli italiani: “Vediamo spiraglio imminente di libertà”

Le storie di alcuni italiani a Londra, dove il 28 marzo scorso dopo sei mesi sono stati registrati zero morti Covid mentre prosegue a pieno ritmo la campagna di vaccinazione: “La sensazione è che adesso si veda davvero una luce, il governo ha dato una roadmap in cui ci sono una serie di date con le aperture previste e si percepisce che la vita sta ricominciando”.
A cura di Ida Artiaco
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Per la prima volta dopo sei mesi, lo scorso 28 marzo a Londra sono stati registrati zero morti Covid. Una pietra miliare nella lotta al Coronavirus e per il ritorno alla normalità nel Regno Unito, dove continuano senza sosta le vaccinazioni, con quasi quaranta milioni di dosi già somministrate, il che permetterà di allentare a partire dalla metà di aprile il lockdown che dura ormai da tre mesi. Da qualche giorno è già consentito incontrarsi all’aperto in gruppi più grandi (torna cioè in vigore la cosiddetta regola del 6), mentre a breve riapriranno anche ristoranti e palestre. Una situazione, dunque, ben diversa da quella dell'Italia, come hanno raccontato a Fanpage.it alcuni connazionali che da tempo vivono nella City per motivi di lavoro.

Per Manuela, medico di 35 anni di origine napoletana, "la sensazione è che adesso si veda davvero una luce, il governo ha dato una roadmap in cui ci sono una serie di date con le aperture previste e si percepisce che la vita sta ricominciando. In metropolitana c'è già un sacco di gente, da un paio di settimane le persone stanno ricominciando a muoversi e spostarsi. Ovviamente il fatto che la campagna di vaccinazione sia stata così veloce ha avuto un impatto importante sulla riduzione del numero dei casi, anche perché a livello di misure restrittive non sono mai state osservate in maniera così precisa come in Italia, da quello che ci hanno raccontato i nostri amici e familiari. La percezione qui non è stata drammatica come in Europa. Fermo restando che se non ci sarà cautela con le riaperture ci sarà un altro picco dell'epidemia, ma questo è da mettere in conto".

Anche per Giannicola, assistente di volo di 37 anni, "le persone sono molto fiduciose. Si vede uno spiraglio imminente di libertà rispetto all'Italia, anche perché siamo in lockdown da dicembre e ora finalmente andiamo verso una graduale riapertura. Anche se devo dire che qui la situazione, anche con le restrizioni, è stata molto più rilassata rispetto all'Italia. Ad esempio, non ci è mai stata tolta la possibilità di andare al parco, anche durante il confinamento, e la mascherina è diventata obbligatoria dopo un anno dall'inizio dell'emergenza sanitaria". Gli ha fatto eco Monica, 34enne di origine catanese e assistente di volo, ma ferma da mesi a Londra: "Siamo sempre stati liberi di uscire – ha raccontato – anche durante il lockdown e i controlli non sono mai stati troppo severi. Io abito in centro e c'è sempre stato un certo via via di gente. Ma di certo le persone sono più fiduciose".

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