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Vietato licenziare qualcuno perché gay o trans: storica decisione della Corte Suprema Usa

Vittoria del movimento Lgbt davanti alla Corte Suprema. Un lavoratore non può essere licenziato perché è gay o transgender. La sentenza della Corte Suprema afferma che il titolo VII del Civil Rights Act del 1964 protegge non solo dalla discriminazioni basate sulla razza o la religione ma anche da quelle basate sull’orientamento sessuale o identità di genere.
A cura di Susanna Picone
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Un lavoratore non può essere licenziato perché gay o transgender. È quanto ha deciso la Corte Suprema degli Stati Uniti, stabilendo che la legge federale deve proteggere da ogni discriminazione sul lavoro. Si tratta di una decisione che è stata presa a maggioranza, 6 a 3, con il presidente della Corte John Roberts e il giudice conservatore Neil Gorsuch che hanno votato con i giudici di nomina democratica.

La sentenza afferma che il titolo VII del Civil Rights Act del 1964 protegge non solo dalla discriminazioni basate sulla razza o religione ma anche da quelle basate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere. La legge che vieta le discriminazioni sessuali sul posto di lavoro si applica dunque anche alle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali discriminate per il loro orientamento sessuale. Viene riconosciuto che lì dove la legge parla di "sesso" non ci si riferisce solo alla potenziale discriminazione delle donne.

"Un datore di lavoro che licenzia un individuo per il fatto di essere omosessuale o transgender licenzia quella persona per caratteristiche o azioni che non avrebbe messo in discussione nei membri di un sesso diverso. Il sesso svolge un ruolo necessario e indiscutibile nella decisione, esattamente ciò che il Titolo VII vieta", si legge nella sentenza. La decisione della Corte, che riguardava due casi portati all'attenzione dei giudici, è stata la prima sui diritti Lgbt dal 2018, anno del ritiro del giudice Anthony Kennedy, relatore di maggioranza di tutte e quattro le principali sentenze della Corte in materia di diritti gay.

Un commento alla decisione della Corte Suprema americana è arrivato da Tim Cook: "Gli LGBTQ meritano parità di trattamento sul posto di lavoro e nella società. La decisione di mette ulteriormente in evidenza come la legge federale tutela il loro diritto all'equità", ha twittato l'amministratore delegato Apple.

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