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Usa, il supplizio del condannato a morte: scosso da convulsioni e vomito

Un’altra controversa esecuzione nello Stato USA dell’Oklahoma. John Grant, afroamericano di 60 anni, condannato a morte nel 2000 per l’omicidio di un dipendente della prigione, è stato giustiziato con atroci sofferenze, come confermato da diversi giornalisti che hanno assistito all’esecuzione. Non è la prima volta accade.
A cura di Biagio Chiariello
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Avrebbe vomitato e sarebbe stato scosso da convulsioni, John Grant durante la sua esecuzione nello Stato americano dell'Oklahoma. Afroamericano di 60 anni, nel 2000 era stato condannato alla pena capitale per l'omicidio di un dipendente della prigione. Grant è stato il primo uomo a rientrare nella camera della morte dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha autorizzato l'Oklahoma a ripristinare le esecuzioni, utilizzando un controverso mix di farmaci per l'iniezione letale, ponendo così fine a una moratoria che durava da sei anni. Le autorità carcerarie dello Stato del sud gli hanno iniettato le tre sostanze ed è stato dichiarato morto alle 16:21 (23:21 in Italia).

Convulsioni e vomito

Secondo il giornalista della KOKH, affiliata della CNN, Dan Snyder, che ha assistito all'esecuzione nel penitenziario statale di McAlester, in Oklahoma, Grant ha iniziato ad avere le convulsioni quasi subito dopo la somministrazione del primo farmaco, il Midazolam. "La sua intera parte superiore della schiena si è sollevata ripetutamente dalla barella", ha detto Snyder. "Mentre le convulsioni continuavano, Grant iniziò a vomitare." Per i minuti successivi, il personale medico è entrato nella stanza più volte per pulire e rimuovere il vomito di Grant "che respirava ancora", secondo Snyder. rant è stato dichiarato privo di sensi dal personale medico intorno alle 16:15 (ora locale). Le dosi del secondo e del terzo farmaco utilizzati sono state somministrate un minuto dopo, secondo il giornalista.

Controversa esecuzione

Questo protocollo era già stato applicato nel 2014 e nel 2015, ma l'evidente sofferenza dei detenuti ha portato lo stato a dichiarare una moratoria sulle esecuzioni. Lo stesso Midazolam era stato utilizzato anche nella controversa esecuzione di Clayton Lockett in Oklahoma del 2014: invece di perdere conoscenza, il condannato a morte si contrasse, ebbe le convulsioni e disse qualche parola. "L'Oklahoma aveva bloccato i suoi ultimi tre tentativi di esecuzione prima della sua pausa di sei anni, ma apparentemente non ha imparato nulla da quell'esperienza", ha commentato Robert Dunham, che gestisce il Death Penalty Information Center (DPIC).

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