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Turchia, chiedono la pace coi curdi: arrestati 12 prof universitari per “terrorismo”

Gli accademici hanno chiesto al governo di Erdogan di interrompere il massacro causato dalle operazioni militari in corso contro i ribelli del Pkk. Intanto il direttore di Cumhuriyet, quotidiano turco di opposizione laica, fa un appello a Renzi direttamente dal carcere.
A cura di Biagio Chiariello
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Almeno 19 persone, tra docenti e accademici universitari, sono stati fermati dalla polizia turca con l'accusa di "propaganda terroristica" a favore del Pkk, dopo aver firmato la petizione per la pace, in cui assieme a centinaia e centinaia di altri colleghi locali e stranieri chiedono la fine delle operazioni militari nel Sud-Est turco a maggioranza curda,  in cui dalla scorsa estate sono morte centinaia di persone, tra cui molti civili. A riportarlo è l’agenzia di stampa Anadolu, secondo cui almeno 12 sarebbero insegnanti dell’Università Kocaeli nella Turchia nordoccidentale. Altri tre accademici dell'università Abant Izzet Baysal (nord-ovest dell'Anatolia) sarebbero finiti in commissariato stamattina e le loro abitazioni sono state perquisite.

L'appello firmato dagli universitari arrestati è stato lanciato dal gruppo "Accademici per la pace" con il titolo "Noi non saremo parte di questo crimine!” con cui si chiede ad Ankara di fermare i “massacri” contro il Pkk. Siglato finora da 6.492 persone, l'appello resterà aperto alle sottoscrizioni fino a questa sera e ha raccolto l’appoggio di docenti e ricercatori di decine di università anche straniere, tra cui Noam Chomsky. Ieri l’agenzia Anadolu aveva divulgato la notizia secondo cui tutti i firmatari erano finiti sotto inchiesta  e che un docente della Duzce University era stato ferito per aver firmato la petizione. Anche il presidente Recep Tayyip Erdogan ha attaccato duramente i firmatari, denunciandoli di "tradimento" verso la Turchia, mentre il Consiglio per l'educazione superiore (Yok) ha invitato i vertici delle diverse unità ad approvare azioni punitive nei confronti dei professori coinvolti.

"Lettera aperta da un giornalista turco in galera al primo ministro dell'Italia". E’ il titolo dell'appello rivolto al premier Matteo Renzi dal quotidiano turco di opposizione laica Cumhuriyet e firmato suo direttore, Can Dundar, arrestato a fine novembre con il caporedattore Erdem Gul, con l’accusa di spionaggio e la divulgazione di segreti di Stato.  Dundar chiede a Renzi di non ignorare le "violazioni dei diritti umani" in Turchia in cambio di un accordo sui profughi.

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