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Trump condannato per diffamazione: dovrà risarcire la scrittrice Carroll con 83 milioni di dollari

La scrittrice australiana lo accusava di violenza sessuale per un episodio avvenuto negli anni Novanta. L’ex presidente ha sempre negato il caso, continuando però ad attaccarla per anni. “Farò appello contro questa intera caccia alle streghe diretta da Joe Biden”, ha detto Trump dopo la sentenza.
A cura di Biagio Chiariello
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Una giuria di New York ha condannato Donald Trump al pagamento di 83,3 milioni di dollari come risarcimento nei confronti della scrittrice Jean Carroll. L'ex presidente doveva rispondere di diffamazione dopo che la donna lo aveva pubblicamente accusato di averla stuprata nello spogliatoio di un grande magazzino di Manhattan negli anni Novanta.

Carroll aveva chiesto 24 milioni. La somma totale che il tycoon newyorkese, in corsa nuovamente per la Casa Bianca, dovrà corrisponderle comprende i 18,3 milioni di danni compensatori (per lo stress emotivo e il danno alla reputazione e quindi al mancato guadagno) e 65 milioni di danni punitivi (come deterrenza contro ulteriori diffamazioni). Trump era già stato riconosciuto colpevole dell’aggressione sessuale costretto a pagare 5 milioni di dollari alla giornalista oggi ottantenne.

L’ex presidente USA aveva detto prima di non conoscerla, poi l'aveva accusata di cercare pubblicità per vendere il suo libro, dandole della bugiarda evidenziando come un incontro sessuale con la Carroll fosse stato impossibile perché lei non era "il suo tipo".
Dopo che la storia era stata resa pubblica, la scrittrice ha ricevuto minacce di morte dai sostenitori di Trump. Minacce che negli anni non si sono fermate, anche e soprattutto perché il
77enne ha continuato a prendersela con la Carraoll anche in campagna elettorale.

Come prevedibile, The Donald ha annunciato che presenterà appello. "Assolutamente ridicolo! Sono totalmente in disaccordo con i verdetti, e farò appello contro questa intera caccia alle streghe diretta da Joe Biden e concentrata su di me e sul Partito repubblicano. Il nostro sistema legale è fuori controllo e viene usato come arma politica. Ci hanno tolto tutti i diritti del Primo Emendamento. Questa non è l’America!", ha scritto sul suo social network Truth dopo il verdetto.

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