Tragedia in Amazzonia: Clara cade nel fiume e viene divorata dai piranha, aveva solo 2 anni

La tragedia si è consumata in pochi istanti, lungo le rive di un fiume dell’Amazzonia brasiliana, in un luogo dove l’acqua è parte della vita quotidiana e il confine tra casa e natura resta spesso fragile. Clara Vitória aveva due anni. Lunedì, nei pressi della città di Coari, nello Stato dell’Amazonas, è morta dopo essere caduta nel fiume ed essere stata attaccata da un branco di piranha.
La bambina si trovava all’esterno dell’abitazione di famiglia, una struttura galleggiante affacciata direttamente sull’acqua. Non c’erano recinzioni, né barriere a proteggerla. Secondo quanto ricostruito, Clara sarebbe precipitata nel fiume attraverso un’apertura lasciata libera in una zona destinata, in futuro, alla costruzione di un bagno. Un dettaglio che oggi pesa come un’assenza irreparabile.
I genitori si sono accorti della scomparsa solo dopo alcuni minuti. Quando hanno capito che la bambina non era più in casa, si sono gettati nel fiume per cercarla. L’hanno trovata circa cinque minuti dopo. Clara è stata riportata a riva, ma non dava più segni di vita. Le ferite più gravi, concentrate al collo, sono state attribuite all’attacco dei piranha, pesci noti per la loro aggressività in determinate condizioni.
Il corpo della piccola è stato trasferito all’Istituto di Medicina Legale per gli accertamenti forensi, mentre la polizia ha aperto un fascicolo per chiarire con precisione la dinamica dell’accaduto.
Non è un episodio isolato. Gli attacchi di piranha, seppur rari, continuano a verificarsi in alcune aree del Brasile. Nel 2023, almeno otto persone rimasero ferite in un’aggressione avvenuta a Tarumã-Açu, una località a nord di Manaus, lungo il Rio delle Amazzoni. Le vittime stavano trascorrendo una giornata di festa vicino a un corso d’acqua quando hanno avvertito improvvisamente dolori lancinanti a piedi e gambe.
Solo una volta usciti dall’acqua, vedendo il sangue e i segni profondi dei morsi, hanno compreso cosa li avesse colpiti. Le immagini diffuse all’epoca mostrano piedi fasciati e ferite ancora aperte, testimonianza di un attacco improvviso e violento.
“Ho sentito come una scossa al tallone, pensavo fosse un poraquê”, un pesce capace di emettere scariche elettriche, ha raccontato allora la studentessa universitaria Adaiany Monteiro. “Poi, fuori dall’acqua, ho sentito parlare di piranha. Ho guardato il piede e ho visto il morso”.
Storie diverse, unite dallo stesso scenario e dalla stessa consapevolezza: in quei luoghi l’acqua può essere vita, ma anche pericolo. E a volte basta un attimo, una distrazione, perché tutto cambi per sempre.