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Terremoto in Marocco nella regione di Marrakech

Terremoto Marocco, il racconto di Tayeb: “Ho dovuto scegliere se salvare mio figlio o i miei genitori”

Venerdì 8 settembre, in Marocco, una scossa di terremoto di magnitudo 6.8 ha devastato il Paese uccidendo oltre 2mila persone. Tra queste, ci sono anche i genitori di Tayeb, pastore marocchino che viveva in un villaggio sui monti dell’Atlante: “È stato terribile. Ho dovuto scegliere se salvare mio figlio o i miei genitori”.
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"È successo tutto così in fretta. Durante il terremoto ho dovuto scegliere tra i miei genitori e mio figlio, non smetto di pensarci". Chi parla è Tayeb ait Ighenbaz, pastore marocchino che vive in un piccolo villaggio nelle montagne dell'Atlante. Nel mezzo della grave scossa di terremoto che ha colpito il Marocco uccidendo 2681 persone e ferendone 2501, l'uomo si è trovato di fronte ad una difficilissima scelta: salvare dalle macerie suo figlio di 11 anni o i suoi genitori.

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Venerdì sera, quando la terra ha iniziato a tremare, Tayeb era a casa con i suoi genitori, sua moglie e i suoi figli. "È stata la scossa più forte degli ultimi sessanta anni. Mio padre stava dormendo e a mia madre ho gridato di seguirmi, ma non l'ha fatto, voleva aspettarlo. – ha raccontato alla BBC – Quando sono rientrato in casa, era tutto distrutto e vedevo sia la mano di mio figlio Adam tra le macerie, che i miei genitori. Dovevo fare in fretta e mi sono diretto prima verso il bambino. Quando mi sono girato poi, ho visto i miei genitori intrappolati sotto una grande lastra di pietra, ma era troppo tardi".

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Mentre Tayeb rivive i tragici momenti, mostra dei segni sui suoi pantaloni e prosegue con il racconto: "Queste sono macchie di sangue, quello dei miei genitori. Non sono riuscito ad aiutarli perché il muro è caduto su metà dei loro corpi. Sono così triste, li ho visti morire".

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Ora, la sua famiglia si è accampata in una tenda poco lontana dalla sua ex casa. "Tutti i nostri soldi sono dentro l'appartamento, tutte le mie capre sono morte. È come nascere di nuovo in una nuova vita. Non ci sono più i miei genitori, la casa, il cibo, i vestiti. Ho 50 anni e devo ricominciare da capo" confida.

Infine, ricorda gli insegnamenti  di sua madre e suo padre quando era ragazzo: "Mi hanno sempre detto: sii paziente, lavora duro e non mollare mai".

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