211 CONDIVISIONI
Terremoto in Marocco nella regione di Marrakech

Terremoto Marocco, il racconto di Tayeb: “Ho dovuto scegliere se salvare mio figlio o i miei genitori”

Venerdì 8 settembre, in Marocco, una scossa di terremoto di magnitudo 6.8 ha devastato il Paese uccidendo oltre 2mila persone. Tra queste, ci sono anche i genitori di Tayeb, pastore marocchino che viveva in un villaggio sui monti dell’Atlante: “È stato terribile. Ho dovuto scegliere se salvare mio figlio o i miei genitori”.
211 CONDIVISIONI
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su
Terremoto in Marocco nella regione di Marrakech

"È successo tutto così in fretta. Durante il terremoto ho dovuto scegliere tra i miei genitori e mio figlio, non smetto di pensarci". Chi parla è Tayeb ait Ighenbaz, pastore marocchino che vive in un piccolo villaggio nelle montagne dell'Atlante. Nel mezzo della grave scossa di terremoto che ha colpito il Marocco uccidendo 2681 persone e ferendone 2501, l'uomo si è trovato di fronte ad una difficilissima scelta: salvare dalle macerie suo figlio di 11 anni o i suoi genitori.

Venerdì sera, quando la terra ha iniziato a tremare, Tayeb era a casa con i suoi genitori, sua moglie e i suoi figli. "È stata la scossa più forte degli ultimi sessanta anni. Mio padre stava dormendo e a mia madre ho gridato di seguirmi, ma non l'ha fatto, voleva aspettarlo. – ha raccontato alla BBC – Quando sono rientrato in casa, era tutto distrutto e vedevo sia la mano di mio figlio Adam tra le macerie, che i miei genitori. Dovevo fare in fretta e mi sono diretto prima verso il bambino. Quando mi sono girato poi, ho visto i miei genitori intrappolati sotto una grande lastra di pietra, ma era troppo tardi".

Mentre Tayeb rivive i tragici momenti, mostra dei segni sui suoi pantaloni e prosegue con il racconto: "Queste sono macchie di sangue, quello dei miei genitori. Non sono riuscito ad aiutarli perché il muro è caduto su metà dei loro corpi. Sono così triste, li ho visti morire".

Ora, la sua famiglia si è accampata in una tenda poco lontana dalla sua ex casa. "Tutti i nostri soldi sono dentro l'appartamento, tutte le mie capre sono morte. È come nascere di nuovo in una nuova vita. Non ci sono più i miei genitori, la casa, il cibo, i vestiti. Ho 50 anni e devo ricominciare da capo" confida.

Infine, ricorda gli insegnamenti  di sua madre e suo padre quando era ragazzo: "Mi hanno sempre detto: sii paziente, lavora duro e non mollare mai".

211 CONDIVISIONI
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni