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Spia russa uccisa in Gran Bretagna, nessun agente: “Il gas era nel profumo della figlia”

La sostanza tossica potrebbe essere stata messa di nascosto nella valigia della giovane a Mosca prima che la ragazza partisse per la Gran Bretagna. L’ipotesi è al vaglio degli indurenti mentre la tensione politica tra i due Paesi è alle stelle con accuse dirette e repliche stizzite.
A cura di Antonio Palma
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Nessun agente segreto sarebbe intervenuto in Gran Bretagna per avvelenare e uccidere Sergej Skripal, l'ex agente del Kgb considerato traditore dai russi e ridotto in fin di vita con la figlia Yulia con gas nervino a Salisbury: la sostanza letale sarebbe stata invece nascosta proprio nella valigia della ragazza, che era appena rientrata da Mosca. È l'ipotesi sulla quale, secondo i media britannici, si starebbero orientando in queste ore gli inquirenti inglesi che stanno indagando sul delicato caso. A questa conclusone  si sarebbe arrivati dopo aver constatato che non c'è nessuna prova di un intervento di agenti segreti sul suolo britannico. Secondi questa tesi, come scrive il quotidiano Telegraph, agenti russi si sarebbero introdotti nell’appartamento della donna a Mosca collocando la sostanza nella valigia . Quando Yulia è arrivata a Salisbury sabato 3 marzo è ha aperto il bagaglio, il gas si è diffuso nella stanza avvelenandoli.

In particolare si ipotizza che la sostanza chimica sia stata messa in un regalo: un profumo o un vestito che Yulia ha portato inconsapevolmente al padre. A confermare questa ipotesi il fatto che i due il giorno dopo l'arrivo della donna hanno avuto il tempo anche di andare in centro, pranzare al ristorante e poi in un pub, e che il terzo contaminato più grave è il sergente Nick Bailey, il poliziotto che per primo è arrivato a casa degli Skripal. Nella città britannica tracce della sostanza tossica sono state rilevate in molte zone, probabilmente quelle dove sono passate le tre principali vittime, compresa la casa del sergente, che ora sono state isolate.

La circostanza, anche se confermata, non placherà  comunque la tensione tra Londra e Mosca che è arrivata  a livelli record. Dopo le accuse generiche ai russi, oggi il ministro degli esteri Boris Johnson ha rilanciato chiamando in causa direttamente il presidente Vladimir Putin e indicando come "enormemente probabile una sua decisione" diretta sul caso. A margine di un incontro a Londra col collega polacco, Johnson ha anche  tenuto a precisare di avercela "con il Cremlino di Putin" e "non con il popolo russo". Accuse che la Russia ha rispedito al mittente, spiegando che l'agente nervino usato non è mai stato in possesso di Mosca ma sviluppato da Londra e Washington.

Il rappresentante permanente della Russia presso l'Organizzazione per la proibizione della armi chimiche (Opac), Aleksandr Shulgin, infatti ha sostenuto che il Novichok, che secondo il governo britannico è stato usato per avvelenare a Salisbury l'ex Spia doppiogiochista russa, potrebbe provenire dagli arsenali di Regno Unito o Stati Uniti. "La Russia non ha mai avuto nessun programma di ricerca e sviluppo del Novichok. La ricerca veniva invece condotta da alcuni paesi occidentali che hanno chiamato la sostanza Novichok per qualche motivo", ha dichiarato Shulgin, dimenticando però che già in passato alcune spie rivelarono che l'Unione sovietica lo stesse sviluppando in segreto negli anni Settanta e Ottanta.

Sul caso botta e riposta anche tra i sue ministri della Difesa. Dopo che Gavin Williamson aveva esortato Mosca a "tacere e andarsene" invece che protestare per l'espulsione dei suoi diplomatici decisa da Londra, il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov lo ha apostrofato con il termine "khabalka", dicendo che si è comportato come una persona sguaiata e volgare, "dimostrano platealmente il livello estremo della sua impotenza intellettuale".

Sulla questione è intervenuto oggi anche il Premier italiano Paolo Gentiloni che si è schierato a fianco di Londra telefonando anche alla May. Come riferiscono fonti di Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio, parlando con la premier britannica, ha confermato la piena legittimità della richiesta di Londra  ad avere risposte chiare ed esaurienti dalla Russia circa il suo ruolo in questo gravissimo episodio. Durante la telefonata i due leader hanno convenuto anche sulla importanza che su questa vicenda si manifesti solidarietà sia in sede Nato sia in sede europea  in vista del Consiglio Europeo di giovedì prossimo.

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