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Sale la tensione a Taiwan, Pechino simula attacco: “Pronti a combattere”

La Cina dichiara terminate le esercitazioni militari di tre giorni al largo delle coste di Taiwan, lanciate sabato come “monito ai separatisti” dell’isola. Almeno 12 le navi da guerra e 91 gli aerei usati da Pechino che ha simulato anche un attacco: “Pronti a combattere in qualsiasi momento”.
A cura di Chiara Ammendola
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Sono 12 le navi da guerra e 91 gli aerei cinesi al largo delle coste di Taiwan nel terzo giorno di esercitazioni belliche da parte di Pechino. Il "Comando del Teatro Orientale della Cina continua a condurre esercitazioni militari intorno a Taiwan", ha detto il ministero della Difesa. Il governo cinese intanto ha fatto sapere che sono stati "simulati attacchi vicino a Taiwan da parte di aerei cinesi che trasportano munizioni vere".

L'emittente statale cinese Cctv ha reso noto che l'aviazione ha schierato decine di aerei per "volare nello spazio aereo dell'obiettivo" e le forze di terra hanno effettuato esercitazioni per "attacchi di precisione su più obiettivi importanti sull'isola di Taiwan", aggiungendo che anche la portaerei Shandong è stata mobilitata.

La Marina Usa ha dichiarato che il suo cacciatorpediniere con missili guidati USS Milius ha attraversato oggi le acque rivendicate da Pechino nel Mar Cinese Meridionale in un'operazione di "libertà di navigazione". Operazione che "ha rispettato i diritti, le libertà e gli usi legittimi del mare", ha aggiunto la Marina in un comunicato, aggiungendo che la nave è passata vicino alle isole Spratly.

La Cina ha condannato l'intrusione "illegale" della nave da guerra statunitense nelle acque che rivendica nel Mare. "Il cacciatorpediniere missilistico USS Milius si è introdotto illegalmente nelle acque adiacenti al Meiji Reef nelle isole cinesi di Nansha, senza l'approvazione del governo cinese", ha dichiarato un portavoce dell'esercito, aggiungendo l'aeronautica di Pechino "ha sorvegliato la nave".

"Non c'è alcuna ragione di reagire militarmente o in altro modo". Così il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, ha commentato le manovre cinesi attorno a Taiwan, dopo l'incontro negli usa tra la presidente Tsai e lo speaker della Camera, Kevin McCarthy. Tuttavia, ha aggiunto Kirby, "abbiamo sufficienti risorse nella regione per proteggere i nostri interessi nazionali nell'Indopacifico".

Si conclude dunque così la tre giorni di operazioni militari lanciate sabato come "monito ai separatisti" dell'isola. Le forze dell'Esercito popolare di liberazione hanno completato "con successo" le esercitazioni e si dichiarano pronte a combattere "in qualsiasi momento" e a "distruggere risolutamente ogni forma di separatismo di indipendenza di Taiwan e tentativi di interferenza straniera", annuncia una nota a firma del portavoce del Comando orientale, il colonnello Shi Yi.

Taiwan, dal canto suo, ha condannato "nei termini più forti possibili" le manovre, pur sottolineando che non intende causare un'escalation o "provocare dispute" e che manterrà la comunicazione con gli Stati Uniti. Pechino, secondo la diplomazia dell'isola, "sta chiaramente sfidando l'ordine internazionale e danneggiando la pace e la stabilita' nello Stretto di Taiwan e nella regione".

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