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Russiagate, post russi su Facebook a 126 milioni di americani nella campagna elettorale di Trump

Sono 126 milioni gli americani raggiunti su Facebook da 80mila post pubblicati da entità russe, durante la campagna elettorale di Donald Trump nel 2016. A dirlo è Facebook, che ha depositato la sua testimonianza presso la commissione Giudiziaria del Senato.
A cura di Annalisa Cangemi
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Ieri l'ex capo della campagna elettorale di Trump, Paul Manafort, indagato nel Russiagate si è consegnato all'Fbi, e insieme a lui sono stati incriminati altri due personaggi dell'entourage del presidente, tra cui il collaboratore di Manafort, Rick Gates, uomo d'affari legato al tycoon.

Il terzo incriminato, secondo quanto emerge dai documenti depositati dall'ufficio del procuratore speciale americano Robert Mueller, è George Papadopoulos, il volontario collaboratore della campagna per eleggere Donald Trump cha ha ammesso di aver mentito all'Fbi sui contatti con rappresentanti russi. Ora Papadopoulos sta collaborando in maniera "proattiva" con gli investigatori. Il volontario potrebbe aver registrato conversazioni, sia telefoniche sia di persona. Trump, secondo fonti della Cnn sarebbe rimasto particolarmente colpito da queste circostanze riguardanti Papadopoulos, e avrebbe seguito alla tv gli ultimi sviluppi, ma non dallo Studio Ovale.

Ma la notizia di questa mattina sono i 126 milioni di americani, ovvero un terzo della popolazione, pari alla metà dei potenziali elettori, che durante la campagna elettorale nel 2016, avrebbero ricevuto su Facebook contenuti promossi dalla Russia. Sarebbero circa 80 mila i post pubblicati da entità russe, da gennaio 2015 all’agosto del 2017. A sostenerlo è proprio Facebook che ha depositato una testimonianza presso la commissione Giudiziaria del Senato, nell'ambito dell'inchiesta condotta al Senato, e ripresa poi da Nbc e da altri media americani. Sono previste nuove deposizioni di Facebook e anche dei colossi Twitter e Google in tre diverse audizioni tra oggi e domani.

Ty Cobb, l'avvocato di Donald Trump che rappresenta la Casa Bianca, sostiene che i fatti di questa mattina non abbiano alcuna attinenza con il presidente. Per il momento Trump non sembra essere coinvolto nelle accuse, come ha anche specificato il suo avvocato, che sottolinea che "Non ci sono prove né ce ne saranno sulla teoria delle collusioni di Trump con i russi" – e aggiunge – "Gli eventi di oggi non sono legati al presidente, né hanno alcun impatto sulla Casa Bianca e sulla nostra continua cooperazione con il Procuratore speciale" . E parla poi di vera e propri isteria collettiva: "Ci sono molte fake news. Trump è stato più duro con la Russia di Obama: ha imposto sanzioni, e dopo l'uso di gas chimici ha lanciato un attacco contro una base siriana anche se ospitava truppe russe. Ci sono prove crescenti che i russi abbiano contribuito a creare il falso dossier usato come prova delle collusioni russe". 

Manafort è accusato di dodici reati in relazione all’inchiesta Russiagate, tra cui frode fiscale,  riciclaggio e cospirazione contro gli Usa, e rischia fino a 80 anni di prigione. Rick Gates rischia invece 70 anni di carcere. Entrambi si sono dichiarati non colpevoli, ma si trovano agli arresti domiciliari, con cauzioni da milioni di dollari.

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