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Padre Paolo Dall’Oglio, possibile svolta: il corpo ritrovato in una fossa comune potrebbe essere suo

Possibile svolta sul caso di Padre Paolo Dall’Oglio: in Siria, nei pressi di Raqqa, è stato trovato un corpo in abiti religiosi. Potrebbe appartenere al gesuita romano scomparso nel 2013 mentre cercava di trattare la liberazione di alcuni ostaggi dallo Stato Islamico. La sorella del religioso però al momento smentisce. E anche la Farnesina non conferma.
A cura di Biagio Chiariello
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Potrebbe esserci una svolta nel mistero che da oltre un decennio avvolge la scomparsa di Padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano rapito in Siria nel 2013. Un corpo in abiti religiosi è stato rinvenuto nei pressi di Raqqa, in una fossa comune nel nord del Paese.

La notizia è stata diffusa dalla rivista Oggi, che cita il vescovo di Qamishli come fonte, e ha trovato una prima conferma anche da parte del nunzio apostolico a Damasco, il cardinale Mario Zenari. "Sono stato informato ieri sera", ha dichiarato il rappresentante della Santa Sede, "ma le indicazioni sulla località del ritrovamento e sull’identificazione di Padre Paolo non sono ancora precise. Abbiamo contattato i gesuiti presenti sul territorio, ma al momento non è stato possibile ottenere conferme definitive".

La Farnesina però al momento non conferma.

La missione di pace di Padre Dall’Oglio nel cuore del conflitto in Siria

Padre Paolo Dall’Oglio era scomparso il 29 luglio 2013 proprio a Raqqa, città che all’epoca era sotto il controllo dello Stato Islamico. Era tornato nel Paese per una missione di pace: voleva negoziare la liberazione di alcuni ostaggi e tentare un dialogo con le forze jihadiste, seguendo la linea del dialogo interreligioso che aveva ispirato tutta la sua vita. Una scelta pericolosa, fatta con la lucidità e il coraggio di chi aveva scelto di stare dalla parte della giustizia, anche nei momenti più bui.

Nonostante gli sforzi della diplomazia internazionale e l’attenzione mediatica suscitata dalla sua sparizione, l’inchiesta aperta dalla procura di Roma venne archiviata, tra le polemiche e il dolore della famiglia. Nessun corpo, nessuna prova concreta, solo voci e testimonianze frammentarie, che lasciavano intravedere la possibilità di un sequestro e forse di un’esecuzione. Ma nessuna conferma. Ora, dopo dodici anni, questo ritrovamento potrebbe riscrivere la storia.

La Farnesina non conferma, la sorella smentisce

Non c’è alcuna certezza che i resti ritrovati vicino a Raqqa appartengano a Padre Paolo Dall’Oglio. "Ho parlato con il nunzio Zenari, con i gesuiti e i frati di Damasco e Homs, nessuno ha notizie", dice ad Adnkronos il vescovo di Aleppo, Hanna Jallouf. Il corpo in abiti religiosi sarebbe stato trovato in una fossa comune da scavatori legati alle Sdf. Il vescovo ha chiesto verifiche al comandante Mazloum Abdi.

"Si tratta di una notizia incerta, impossibile da confermare al momento. Non abbiamo nessuna informazione precisa a riguardo", aggiunge il vicario apostolico per il Vicariato apostolico di Aleppo che estende la sua giurisdizione sui fedeli cattolici di rito latino della Siria commenta la notizia del possibile ritrovamento del corpo del padre gesuita padre Paolo Dall'Oglio. "So di un ritrovamento di una fossa comune dentro la quale sarebbero stati rinvenuti dei corpi di persone con indosso dei segni religiosi. Attendiamo di saperne di più, di avere certezze prima di esprimerci. Indagini sono in corso. A guidarci in questo momento devono essere la preghiera e la prudenza", aggiunge il vicario..

La Farnesina, che conferma il contatto con l’ambasciata a Damasco, segue il caso con cautela. Al momento non c'è alcuna conferma.

Mentre la sorella, Francesca Dall’Oglio, riferisce di una segnalazione ricevuta venerdì: il cadavere sarebbe stato sepolto in un maneggio, non in una fossa comune. Intanto la Procura di Roma ha incaricato i Ros di effettuare verifiche. L’indagine, aperta nel 2013 e archiviata nel 2023, ipotizzava che il gesuita fosse stato ucciso proprio a Raqqa.

Il dolore dei familiari di Padre Paolo Dall’Oglio

Nel 2020, un'altra sorella di Padre Paolo, Immacolata Dall’Oglio, ha partecipato al documentario Ayouni, dedicato ai tanti attivisti, giornalisti e religiosi spariti nel nulla durante la guerra siriana. "Paolo è nato nove anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale", racconta nel film, "è stato giovane a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 ed è un figlio del Concilio Vaticano II. Credeva nel dialogo tra le religioni come espressione profonda dell’esperienza di fede".

L'attesa dei parenti continua, identità del cadavere è da accertare

Per il momento, dunque, l’identità del cadavere rinvenuto non è stata accertata. Le autorità stanno avviando le verifiche, e i gesuiti presenti in Siria sono stati informati per collaborare al processo di identificazione.

Ovviamente l’eco di questa notizia riapre ferite mai rimarginate e alimenta una nuova speranza: quella di dare finalmente un volto, un nome e una sepoltura a chi da anni è scomparso nel silenzio della guerra.

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