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Covid 19

Polonia, vip e politici saltano la fila e fanno il vaccino prima di anziani e operatori sanitari

Il 30 dicembre a diciotto ‘vip’ – tra cui numerosi attori e un ex primo ministro – è stata somministrata una dose di vaccino Pfizer – BionTech presso l’ospedale dell’Università medica di Varsavia. I vip hanno potuto “superare la fila” ed avere la priorità sia sugli operatori sanitari in prima linea che sugli anziani.
A cura di Davide Falcioni
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Il ministero della salute polacco ha avviato un'inchiesta dopo che è emerso che diverse celebrità hanno avuto un'ingiustificata priorità per ricevere la vaccinazione contro il Covid-19. Come tutti gli altri paese europei anche la Polonia ha iniziato il suo programma il 27 dicembre somministrando le prime dose a operatori sanitari e ospiti delle case di riposo, i soggetti più esposti alle conseguenze più grave di un eventuale contagio.

Malgrado ciò, è emerso che il 30 dicembre a diciotto ‘vip' – tra cui numerosi attori e un ex primo ministro – è stata somministrata una dose presso l'ospedale dell'Università medica di Varsavia. Alcuni dei vaccinati hanno affermato di aver ricevuto il vaccino in modo da poter in seguito prendere parte a una campagna di promozione del siero. La maggior parte degli attori che ha ricevuto la somministrazione aveva età compresa tra i 60 e i 70 anni; l'ex primo ministro 75enne Leszek Miller ha spiegato che altrimenti i vaccini sarebbero stati sprecati. Tuttavia serpeggia malumore e rabbia tra gli operatori sanitari, molti dei quali non hanno ancora ricevuto la prima dose e ogni giorno corrono il rischio di contrarre il Covid. Il ministro della Sanità Adam Niedzielski non ha esitato a definirsi "disgustato" dallo scandalo. L'ospedale ha fatto sapere che effettuerà un'indagine questa settimana.

L'epidemia ha colpito duro anche in Polonia: dall'inizio dell'emergenza sanitaria infatti i casi accertati sono stati oltre 1,32 milioni (+5.782 nelle ultime 24 ore) e i decessi quasi 30mila (+61). Il record di contagi è stato raggiunto il 24 novembre con oltre 32mila casi.

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