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Perché una vittoria della destra in Spagna potrebbe avere conseguenze per tutta l’Europa

L’intervista di Fanpage.it a Daniel Basteiro, direttore del quotidiano spagnolo InfoLibre, sulle dimissioni del premier Pedro Sanchez e le elezioni generali che si terranno il prossimo 23 luglio: “Decisione inaspettata e rischiosa. Se la sinistra perde in Spagna sarebbe una cattiva notizia per tutta la famiglia dei social democratici in Europa”.
A cura di Ida Artiaco
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"Nessuno si aspettava che Pedro Sanchez convocasse elezioni così presto, ma lui è un tipo a cui piacciono le sorprese. Il risultato della destra pure è stato inaspettato e ora la sinistra deve correre unita, in particolare Podemos e Sumar, se vogliono avere la possibilità di vincere".

Così Daniel Basteiro, direttore del quotidiano spagnolo InfoLibre, ha spiegato a Fanpage.it perché il premier Pedro Sanchez ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni dopo la sconfitta subita dal suo partito, il Psoe, domenica nel corso delle elezioni regionali e locali, che hanno visto trionfare la destra, indicendo nuove elezioni per il prossimo 23 luglio, e cosa ciò potrebbe significare per il resto del'Europa.

Perché Sanchez si è dimesso?

"Quello che Sanchez vuole è rimanere al potere e rimanere alla presidenza. La mossa di indire nuove elezioni è stata inaspettata e rischiosa, nessuno pensava sarebbe successo. È però una delle cose che a Sanchez viene meglio e cioè sorprendere tutti, fare ciò che nessuno si aspetta.

Lui crede che la miglior difesa spesso sia andare avanti. Così, ha pensato di dover rispondere ai risultati delle elezioni di domenica. Aveva, credo, due opzioni: la prima era aspettare fino a dicembre e indire le elezioni all'inizio del prossimo anno, dopo o alla fine del semestre spagnolo di presidenza dell'Unione Europea che comincia a luglio, con la possibilità di prepararsi bene a quell'evento. La seconda era quella di indire le elezioni adesso per fermare il dibattito sul cambiamento del ciclo politico nel nostro Paese.

Quindi non parleremo molto dei risultati delle elezioni locali e regionali ma delle elezioni generali che sono appena state decise. Penso che voglia che la sinistra unita, insieme a Podemos e Sumar per mettere ordine e continuare ciò che stavano già facendo al potere. Inoltre, credo che Sanchez pensi che il clima politico che potrebbe dover affrontare alla fine dell'anno potrebbe essere molto peggio di quello che c'è adesso per confrontarsi alle urne contro la destra che si è imposta domenica".

Vi aspettavate la vittoria della destra?

"No, non ce l'aspettavamo. Io personalmente pensavo che la destra avrebbe potuto in qualche modo vincere ma che il risultato sarebbe stato più equilibrato. Nessuno si aspettava una vittoria così schiacciante. La stessa destra non si aspettava un risultato così grande e la sinistra non si aspettava una sconfitta così importante".

Cosa pensa possa succedere adesso in Spagna?

"Adesso aspettiamo le elezioni generali a luglio, poi avremo elezioni regionali come in Galizia e nei Paesi Baschi. Comunque i risultati delle elezioni generali appena indette da Sanchez potrebbero non essere chiari. Noi abbiamo già una esperienza recente del genere in Spagna con un parlamento che potrebbe essere impossibilitato ad eleggere un presidente, come già successo, ad esempio, con Mariano Rajoy, che ebbe più voti contro che voti a favore. Quindi non sappiamo se i risultati saranno chiari per eleggere il nuovo presidente entro la fine di agosto".

Che significato ha per l'Europa quanto successo in Spagna?

"In Spagna c'è un importante movimento pro-Europa, così come lo sono le istituzioni. Inoltre, Sanchez ha un profilo molto europeo ed è una figura chiave per la famiglia socialdemocratica in Europa. Credo che quello spagnolo sia uno dei migliori governi pro-Europa in cui Bruxelles avrebbe mai potuto sperare.

Una eventuale sconfitta della sinistra in Spagna sarebbe una cattiva notizia per tutti i socialdemocratici. Perché l'alternativa sarebbe la destra estrema di Vox, che è meno europeista. Sono nazionalisti nel senso spagnolo del termine, quindi molto legati all'identità regionale basca, catalana, galiziana. Ci sarebbe poi il partito di centro destra, guidato da Alberto Nuñez Feijoó, ma rischia di non avere la maggioranza in parlamento".

Nelle elezioni di domenica si è distinta anche la piattaforma Sumar, lanciata dalla ministra del Lavoro, Yolanda Diaz. Cosa può dirci al riguardo?

"C'è una lotta a sinistra tra Podemos e Sumar, che erano insieme e lo sono stati per molti anni ma adesso sono su posizioni diverse. Io credo che debbano correre insieme alle prossime elezioni per ottenere buoni risultati e per essere in grado di avere una alleanza con i socialisti del Psoe. Altrimenti, il governo cambierà con la destra, che prenderà la maggioranza. Ora hanno 9 giorni di tempo per fare un accordo. Devono unirsi in un solo partito, perché se vanno separati ci saranno conseguenze per tutta la sinistra spagnola".

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