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Morte Soleimani, Trump: “Non vogliamo iniziare la guerra, ma siamo pronti a tutto”

“Non abbiamo ucciso Soilemani per un cambio di regime o per iniziare la guerra. Ma siamo pronti a qualunque risposta sia necessaria”: lo ha dichiarato Donald Trump, sottolineando come “il futuro dell’Iran appartiene al popolo che vuole la pace, non ai terroristi”. Il generale, secondo Trump, stava preparando attacchi contro diplomatici USA.
A cura di Davide Falcioni
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"Non abbiamo ucciso Soilemani per un cambio di regime o per iniziare la guerra. Ma siamo pronti a qualunque risposta sia necessaria": lo ha dichiarato Donald Trump, sottolineando come "il futuro dell'Iran appartiene al popolo che vuole la pace, non ai terroristi". Il generale Soleimani stava preparando nuovi attacchi, ha aggiunto il capo della Casa Bianca parlando da Mar-a-Lago, in Florida. "Il suo regno di terrore è finito; stava pianificando imminenti e sinistri attacchi contro diplomatici e militari americani. Lo abbiamo preso ed eliminato", ha aggiunto.

Il Presidente degli Stati Uniti continua a tenere alto il livello dello scontro. Già nelle scorse ore, rivendicando l'assassinio di Qassem Soleimani, in Iran capo della divisione Qods dei Guardiani della Rivoluzione, aveva dichiarato. "Avremmo dovuto farlo fuori anni fa". Donald Trump ha inaugurato in questo modo una delle giornate più drammatiche della sua amministrazione, con un tweet postato alle nove del mattino dal resort di Mar-a-Lago, in Florida, dove difende il raid Usa condotto nella notte a Baghdad e l'uccisione del più importante comandante iraniano: "Il generale Qassem Soleimani è il responsabile della morte di migliaia di americani. Stava progettando di ucciderne molti altri. Non glielo abbiamo permesso…".

ONU: "Il mondo non può permettersi un'altra Guerra del Golfo"

Del raid statunitense avvenuto nei pressi dell'aeroporto di Baghdad ha parlato anche il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. "Questo è un momento in cui i leader devono esercitare la massima moderazione, il mondo non può permettersi un'altra guerra nel Golfo", ha fatto sapere in una nota. Guterres ha "costantemente sostenuto la necessità di una de-escalation nel Golfo" ed è "profondamente preoccupato per la recente escalation". L'Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha dichiarato: "L'attuale ciclo di violenza in Iraq deve essere fermato prima che sfugga al controllo. L'Ue invita tutti gli attori coinvolti e quei partner che possono avere un'influenza ad esercitare la massima moderazione e mostrare responsabilità in questo momento cruciale".

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