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“Non tacere”, la 22enne che ha contribuito a far dimettere il capo delle Olimpiadi di Tokyo

Momoko Nojo ha contribuito a far dimettere l’uomo a capo delle Olimpiadi di Tokyo ed ex primo ministro del Giappone Yoshiro Mori, accedendo i riflettori sule sue parole sessiste grazie a una campagna social organizzata con altri attivisti. Mori aveva affermato che le riunioni del comitato olimpico locale andavano troppo per le lunghe per colpa delle “donne che sono molto chiacchierone”.
A cura di Antonio Palma
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“Non tacere”, con questo motto una studentessa universitaria giapponese di 22 anni ha contribuito a far dimettere l’uomo a capo delle Olimpiadi di Tokyo ed ex primo ministro del Giappone Yoshiro Mori, per le due osservazioni sessiste. Lei si chiama Momoko Nojo e grazie a una campagna social organizzata con altri attivisti ha acceso i riflettori su un modo di fare e una visione prettamente maschilista del numero uno delle Olimpiadi di Tokyo che altrimenti sarebbe passata ancora una volta inosservata in un Paese come il Giappone dove la disparità di genere è un problema largamente diffuso.

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Nojo ha coniato un hashtag apposito, #DontBeSilent, per rispondere alle osservazioni espressamente sessiste dell’ex primo ministro ottantenne Mori. L’ex premier giapponese in una dichiarazione pubblica aveva affermato che le riunioni del comitato olimpico locale andavano troppo per le lunghe per colpa delle “donne che sono molto chiacchierone".  Frasi che hanno divertito qualcuno ma che hanno confermato quanto il Paese sia indietro sulla questione di genere. Frase che la 22enne però ha voluto non passassero come semplice uscita fuori luogo e ha organizzato con altri attivisti una raccolta firma a cui hanno partecipato più di 150.000 persone, galvanizzando l'indignazione globale contro Yoshiro Mori fino alle sue dimissioni.

L’ex Premier ha rassegnato le sue dimissioni la scorsa settimana e per Nojo e gli attivisti è stata una doppia vittoria perché a sostituirlo è stata chiamata proprio una donna, Seiko Hashimoto, ex campionessa olimpionica. "Poche petizioni hanno ricevuto 150.000 firme. Ho pensato che fosse davvero fantastico. La gente ha preso questa cosa sul personale, non vedendolo solo come un problema di Mori" ha dichiarato la studentessa 22enne, aggiungendo: “Mi ha fatto capire che questa è una buona opportunità per promuovere l'uguaglianza di genere in Giappone. Non voglio che la prossima generazione debba ancora confrontarsi con questo problema”

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