Il Partito di governo giapponese apre alle donne purché stiano zitte
Il Partito di governo giapponese apre alla partecipazione delle donne agli incontri chiave del gruppo a patto che stiano zitte durante i vertici. È l'incredibile autogol che è costato al Partito Liberal Democratico giapponese migliaia di commenti critici e di condanna sui social e sul web per la svolta annunciata sull'uguaglianza di genere ma miseramente mancata alla prova dei fatti. Quella che doveva essere la svolta per dare maggior peso alle donne all'interno del Partito di maggioranza e al potere quasi interrottamente da decenni nel Paese del Sol Levante, infatti, si è rivelata solo una trovata perfettamente inutile per l'obiettivo dichiarato.
Una delusione ancora maggiore perché arriva dopo l'annuncio di una svolta che aveva fatto sperare in un reale superamento della visione prettamente maschilista della politica locale. Come racconta il Guardian, era stato lo stesso anziano segretario generale del partito, l'82enne Toshiro Nikai, ad annunciare che era arrivato il tempo di dare maggior spazio alle donne nelle riunioni del comitato direttivo dell'Ldp, dove siedono 12 persone, 10 delle quali uomini. Nulla di clamoroso perché il comitato direttivo del partito sarebbe restato quello ma era stata trovata una formula per un primo passo: l'idea era di far partecipare gruppi di cinque donne della base del partito alle riunione di vertice a rotazione.
In questo modo il partito liberaldemocratico voleva far dimenticare la vicenda dell'ex primo ministro Yoshiro Mori, costretto a dimettersi da capo del comitato organizzativo delle Olimpiadi di Tokio per le sue dichiarazioni sessiste sulle riunioni che vanno troppo per le lunghe se ci sono molte "donne chiacchierone". Quello dei gruppi di donne era un timido passo dunque ma molto significativo se queste donne avessero avuto il potere almeno di dire la loro e fare proposte. Si è scoperto invece che la loro presenza era più simile a delle figuranti visto che non possono intervenire né parlare ma soltanto inviare successivamente osservazioni scritte alla segreteria.
Il problema di genere nel partito di maggioranza riflette in realtà l'intera composizione del Parlamento dove solo il 10% dei parlamentari sono donne, ben al di sotto della media internazionale. Del resto è la stessa società giapponese a soffrire drammaticamente di disparità di genere visto che il Paese asiatico è al 121esimo posto nella classifica globale sulla parità di genere del Forum economico mondiale, il divario più grande tra le economie avanzate.