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“Noi non digiuniamo”, i disertori del Ramadan: cos’è il movimento Masayminch?

A pochi giorni dalla fine del Ramadan, sono diverse le notizie che coinvolgono giovani musulmani che non rispettano il digiuno. Per difendere la libertà individuale di non digiunare, questi giovani hanno creato il movimento “Masayminch”, che dal 2012 ad oggi testimonia il proprio dissenso con un semplice gesto: mangiando e condividendo sui social network le proprie foto con cibo e bevande.
A cura di Ismahan Hassen
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Anche quest’anno il mese di Ramadan sta per finire e come ogni anno, durante questo mese sacro, è capitato che alcuni musulmani siano venuti meno all’obbligo del digiuno a causa, ad esempio, del calore eccessivo. Se la maggior parte di questi “disertori” ha consumato cibo e bevande di nascosto in casa, altri lo hanno invece fatto in pubblico.

A Zagora, città del Marocco con 40 gradi all’ombra a ridosso del deserto, due giovani hanno aperto una bottiglia d’acqua fresca per dissetarsi. A Rabat, un uomo è stato arrestato per aver fumato una sigaretta sulla terrazza del suo posto di lavoro. Per questi gesti considerati "sfacciati", l’articolo 222 del codice penale marocchino stabilisce che “Chiunque notoriamente conosciuto per la sua appartenenza alla religione musulmana, rompe il digiuno in un luogo pubblico durante il periodo del Ramadan, senza i motivi consentiti dalla religione, è punibile con la reclusione da uno a sei mesi e una multa da 200 a 500 dirham”.

Così ancora una volta, il mese sacro dell’ascesa del Corano sulla terra, torna a diventare il banco di prova dei diritti e delle libertà individuali nei Paesi islamici.

In lotta per il diritto alla libertà personale, negli ultimi anni si è fatto sempre più rumoroso e sempre più spontaneamente organizzato un movimento che, dal basso, rivendica la libertà del credente a non seguire il precetto e, soprattutto, mette in discussione non la sanzionabilità di chi non vuole seguire il Ramadan, da parte delle autorità.

Dal Marocco all’Algeria fino al Libano, i disertori del Ramadan hanno deciso di non vivere più questa loro ribellione in privato o dentro le mura di casa. Organizzandosi in una piazza fisica, oppure utilizzando quelle virtuali di Youtube e Facebook, i non digiunanti hanno nomi e volti.

Così dal 2012 ad oggi, agisce il movimento Masayminch (Non digiuniamo) che testimonia il proprio dissenso con un semplice gesto: mangiando e condividendo sui social network le proprie foto con cibo e bevande.

Un gesto semplice ma che rappresenta un vero choc nelle società musulmane, dove è difficile “sfuggire al Ramadan” proprio perché, oltre all’educazione fin da bambini, la cultura, la tradizione e la pressione sociale, ci sono anche le leggi a decretarne nero su bianco l’obbligatorietà e a non fa passare il dissenso.

L'Islam è conosciuta per essere una religione di tolleranza e proprio a questa tolleranza e al fatto che sia nel Corano che nella tradizione dello stesso profeta Mohammed, non è prevista nessuna sanzione per chi non rispetti il Ramadan, si appellano gli attivisti di Masayminch per portare avanti la loro libera scelta di (non) fede, senza vedersi puntare il dito da parte di coloro i quali non la condividono.

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