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Niente alieni né Area 51: gli USA ammettono che gli UFO esistono ma sono un problema militare

Giuseppe Stilo, socio del CICAP: “Ieri il Congresso USA ha ammesso che vi sono stati centinaia di avvistamenti di oggetti volanti non identificati da parte di membri dell’Aeronautica. Il problema viene posto nell’ambito della sicurezza dello spazio aereo americano. Le teorie su alieni ed extraterrestri sono sciocchezze”.
A cura di Davide Falcioni
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Ieri  il Congresso degli Stati Uniti ha discusso, per la prima volta nella sua storia, dell'esistenza e delle caratteristiche dei "fenomeni aerei non identificati" (UAP), più comunemente chiamati UFO (oggetti volanti non identificati). Dell'incontro, particolarmente atteso, hanno dato conto i  media di tutto il mondo: vi hanno preso parte una sottocommissione dell'Intelligence Committee della Camera dei deputati di Washington, il vicedirettore dei servizi segreti della marina militare Scott Bray e il capo dell'intelligence del Pentagono Ronald Moultrie. Il vertice ha posto al centro dell'attenzione i cosiddetti Unidentified Flying Objects. Rimasti, durante la discussione a Capital Hill, fedeli alla loro definizione: non identificati e in gran parte inspiegati. Attenzione, però: che vi siano stati centinaia di avvistamenti è un dato ormai assodato, ma ciò non significa – come alcuni pensano – che creature extraterrestri siano solite visitare periodicamente la Terra. Per fare chiarezza su cosa siano UAP e UFO, e soprattutto sulle ragioni che hanno spinto il Congresso americano a discuterne apertamente, Fanpage.it ha interpellato Giuseppe Stilo, socio del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) e da decenni esperto di ufologia, tematica sulla quale ha realizzato numerosi volumi e saggi, l'ultimo dei quali intitolato "Alieni ma non troppo. Guida scettica all'ufologia", edito per la collana "Quaderni del CICAP".

Cosa è emerso nel corso dell’audizione di ieri al Congresso americano?

Una premessa è d'obbligo: se dieci anni fa mi avessero detto che questo argomento sarebbe arrivato ai massimi livelli del potere di Washington non ci avrei mai creduto. Invece è proprio così: l'audizione di ieri era stata programmata da tempo nell'ambito di un più ampio progetto di studi sugli UAP, gli Unidentified Aerial Phenomena, finanziato direttamente con fondi del bilancio statunitense. La relazione è stata tenuta da due alti funzionari statali: il vicedirettore dei servizi segreti della marina militare Scott Bray e il capo dell'intelligence del Pentagono Ronald Moultrie.

E cosa hanno detto?

Niente alieni, né extraterrestri conservati sotto formaldeide, né dibattiti sulla fantomatica Area 51, ma l'ammissione che vi sono stati centinaia di avvistamenti di oggetti volanti non identificati da parte di membri dell'Aeronautica Militare ed equipaggi di grandi navi da guerra, che a differenza di quanto avveniva in passato oggi vengono incoraggiati a raccontare se notano velivoli strani nei cieli. Il problema viene posto nell’ambito della sicurezza dello spazio aereo americano: le autorità sono preoccupate per le eventuali incursioni da parte di velivoli stranieri ad altissima tecnologia, come droni e aerei ipersonici.

Ma allora gli Stati Uniti ammettono l'esistenza degli UFO?

No, un attimo di calma, il problema è più complesso. Ieri è emerso che molti avvistamenti sono stati spiegati e rappresentano nient'altro che degli equivoci, mentre altri – una piccola parte – rimangono un problema da approfondire con serietà. Ripeto, nessuno parla di incursioni aliene, ma si è ammesso che servono maggiori approfondimenti in particolare sulle testimonianze di alcuni piloti di caccia. Le autorità sono interessate ad approfondire la questione della sicurezza dello spazio aereo, ma trattandosi di temi di natura militare naturalmente sono costrette ad essere molto abbottonate per non rischiare di diffondere informazioni potenzialmente molto delicate. Per questo una parte dell'audizione di ieri non è stata aperta al pubblico ma è rimasta riservata: la preoccupazione dei membri del Congresso che alcuni Paesi ostili agli Stati Uniti possano disporre di tecnologie militari molto avanzate. Uno dei relatori, ad esempio, ieri ha ammesso che sono stati recentemente accertati 11 episodi di "near miss", come viene chiamato in gergo il rischio di collisione: alcuni piloti dell'Aeronautica si sono trovati a pochissima distanza con oggetti volanti misteriosi, che poi sono rapidamente spariti. Naturalmente è interesse degli Stati Uniti approfondire la natura di questi avvistamenti, visto che possono in alcuni casi mettere a repentaglio la navigazione di aerei da guerra. Ribadisco: nessuno pensa che si tratti marziani venuti ad osservare da vicino la Terra. Queste sono nient'altro che sciocchezze prive di evidenze scientifiche.

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Tali avvistamenti sono stati segnalati anche in Italia?

In Italia come in tutto il mondo da 75 anni si parla di dischi volanti e UFO. Di casi e aneddoti ce ne sono molti, tanto che esiste un piccolo ufficio dello Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare che dal 1979 raccoglie le testimonianze che pervengono dai carabinieri. In tutte le stazioni dell'Arma infatti è presente un modulo in cui ciascun cittadino può segnalare avvistamenti di oggetti volanti strani. Alla raccolta di queste informazioni, tuttavia, finora non è seguita una vera e propria indagine approfondita, né accertamenti, ma solo un report periodico. L'Aeronautica non dà la caccia agli UFO, dunque. Un lavoro piuttosto importante viene poi svolto dall'ENAC, Ente Nazionale Assistenza al Volo, che raccoglie in maniera sistematica i casi in cui personale aeronautico civile osserva in volo oggetti non identificabili, che possono costituire un pericolo per la navigazione. Oggi gran parte dell'attenzione è sui droni: ovviamente non mi riferisco a quelli di piccole dimensioni impiegati per foto e video, ma a velivoli sempre più avanzati e grandi che in caso di collisione con un aereo di linea possono rappresentare un grosso rischio.

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