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Naufragio a Cutro, le immagini del barcone prima della strage: “Va tutto bene, stiamo arrivando”

Sono state diffuse diverse ore fa alcune immagini realizzate a bordo del barcone naufragato poco lontano dalla costa di Cutro. Nella stiva dell’imbarcazione si vedono centinaia di persone ammassate, alcune delle quali costrette a viaggiare in piedi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Erano circa 180 le persone a bordo della Love Summer, il barchino che dalla Turchia avrebbe dovuto raggiungere la costa di Crotone. Il barcone, però, è naufragato a poco lontano dalla costa nella serata tra sabato 25 e domenica 26 febbraio. Almeno 67 le vittime.

Tra queste, circa 15 minori. Diverse ore fa sono state diffuse alcune immagini girate dai migranti a bordo dell'imbarcazione.

Sono passate poche ore dalla partenza e uno dei ragazzi documenta quanto sta accadendo. Mostra la barca, quella sulla quale i migranti sono saliti poche ore dopo la partenza e l'avaria della prima nave. Troppo piccola per contenere 180 persone, ma "di lusso" per chi parte senza nulla in cerca di una vita migliore.

La realtà è però ben diversa. Nella stiva sono infatti ammassate più di 120 persone. Tra loro, molti bambini addormentati.

Stando a quanto accertato dalle indagini, dopo l'avaria della prima imbarcazione la situazione non ha fatto altro che peggiorare. Il mare calmo è presto cambiato fino al tragico epilogo, ma anche con il sole alto nel cielo le condizioni dei migranti sono rimaste tragiche.

I passeggeri uscivano a turno solo per andare in bagno o quel poco che serviva per prendere aria prima di tornare nello spazio angusto diviso con tutti gli altri. Per fare questo viaggio, le persone hanno pagato "più di mille euro a testa". Ottomila, secondo chi sta indagando sull'accaduto.

"Va tutto bene, stiamo arrivando" dice uno dei migranti a bordo dell'imbarcazione per rassicurare i parenti in un filmato inviato in chat. Nelle immagini si vedono decine di persone ammassate in stiva, qualcuno che alza la voce, forse spazientito per il ritardo dello sbarco.

Sulla nave di legno non c'è posto per tutti: chi è salito per primo è riuscito ad accovacciarsi in un angolo, ma c'è anche chi è costretto a rimanere in piedi, reggendosi alle pareti della nave.

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