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Myanmar, almeno 38 civili dati alle fiamme dai militari nel giorno di Natale

Il governo militare in Myanmar ha compiuto un nuovo massacro a danno dei civili: almeno 38 persone sono state uccise dai soldati locali durante un raid per sedare le resistenze al colpo di Stato. Due volontari di Save The Children risultano dispersi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sono circa 38 le persone, tra cui donne e bambini, uccise nella giornata di venerdì 24 dicembre nello stato rientale di Kayah, in Myanmar. Una strage che arriva poco dopo l'inchiesta della BBC sui raid compiuti nel Paese nel mese di luglio per punire i civili che avevano cercato di resistere al colpo di Stato militare. I resti delle nuove vittime sono stati scoperti e identificati il giorno di Natale, nei pressi di Hpruso. Secondo Karenni Human Rights Group, risultano dispersi anche due membri del gruppo umanitario internazionale Save The Children. A compiere il massacro, i militari dell'esercito nazionale che ha preso il potere deponendo il governo di Aung San Suu Kyi. Secondo il governo, si sarebbe trattato di un'azione difensiva contro "terroristi armati".

In realtà, l'esercito ha preso in ostaggio decine di civili nei villaggi e le hanno poi giustiziate. Le persone uccise stavano cercando di fuggire in previsione di un prossimo conflitto armato. Sette veicoli sono stati inoltre fermati dai militari e poi incendiati. Le persone a bordo sono state costrette a scendere e poi arrestate. "Alcune sono state uccise – raccontano i membri di Save The Children alla CNN -, altre sono state arrestate e altre ancora sono riuscite a fuggire. Le auto sono state incendiate. Non sappiamo se i nostri volontari siano riusciti a scappare". Sarebbero almeno 38 i civili vittime dell'attacco. Save The Children ha sospeso le sue operazioni a Kayah, Chin, Magway e Kayin. Save The Children ha fatto sapere di voler indagare sull'accaduto con l'aiuto della stampa internazionale. Le esecuzioni a danno dei civili sono ormai all'ordine del giorno in Birmania: solo nel mese di luglio, secondo quanto scoperto dalla BBC, sono stati effettuati quattro raid punitivi. I militari hanno torturato e ucciso i civili come atto di forza per mettere a tacere le rivolte contro il colpo di Stato. I sopravvissuti hanno descritto fosse comuni e scene di pestaggi violentissimi. Sono stati documentati inoltre arresti di massa, sfollamenti forzati e massacri nel nome della "difesa contro gruppi di terroristi armati". Sono stati inoltre bloccati a più riprese gli aiuti umanitari.

Il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari Umanitari, Martin Griffiths, si è detto sconvolto dalle notizie sui massacri nei villaggi in Myanmar. Griffiths ha chiesto al governo militare birmano di avviare un'indagine immediata. La richiesta non è stata accolta.

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