Londra, tragedia sfiorata all’aeroporto di Gatwick: volo con 455 passeggeri sfiora un drone
Tragedia sfiorata alcuni mesi fa sui cieli di Londra: un Boeing 747 della Virgin Atlantic con 455 passeggeri a bordo è arrivato a meno di 100 metri di distanza da un drone pochi istanti dopo il decollo da Gatwick. L'incidente si è verificato il 14 marzo, pochi giorni prima che il Regno Unito entrasse in lockdown: appena 15 mesi prima lo scalo era stato chiuso per 30 ore e mille voli erano stati cancellati a causa dei ripetuti avvistamenti di droni nello spazio aereo frequentato da velivoli dell'aviazione civile. L'ultimo caso, quello di marzo, è stato particolarmente pericoloso visto che il Boeing è arrivato a una distanza minima dall'aereo telecomandato senza pilota, una distanza talmente irrisoria che un membro dell'equipaggio sarebbe riuscito persino a leggere la marca del drone. A rivelare lo scampato pericolo sono stati gli investigatori dell'Airprox Board del Regno Unito che hanno classificato il caso come un incidente di "categoria B" in cui non è stata garantita la sicurezza dei passeggeri.
Perché i droni sono un grande pericolo per gli aerei
Un drone rappresenta un enorme pericolo per gli aerei e per i passeggeri a bordo, benché siano piccoli e molto leggeri. Gli esperimenti svolti in questi anni, raccontati dalla BBC, raccontano che la collisione tra un aereo e un drone potrebbe bucare l'ala del velivolo, anche se di grosse dimensioni. In un video della Università di Dayton si vede chiaramente un drone perforare un aereo se lanciato ad alta velocità. Questo a causa della violenza dell'impatto che potrebbe danneggiare seriamente la fusoliera, causando incidenti su aerei che possono portare a bordo centinaia di persone. Attualmente è vietato far volare droni a meno di un chilometro dagli aeroporti, ma è un divieto che può essere facilmente aggirato vista l'estensione dell'aera interessata. Il drone usato nella ricerca, spiega l'università, è di quelli in commercio, di prezzo e peso medio.