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La Spagna verso la fase 2: riaprono alcune attività non essenziali

Anche se si tratta del secondo Paese al mondo per numero di contagi da coronavirus, con oltre 166mila casi, la Spagna ha deciso di avviare la fase 2, riaprendo alcune attività produttive. Riprendono oggi a lavorare uffici, industria e il settore dell’edilizia: il tutto con l’imposizione di rigide norme sanitarie e di sicurezza.
A cura di Annalisa Girardi
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Sono passate due settimane da quando, lo scorso 30 marzo, la Spagna ha imposto il lockdown totale per limitare la diffusione del coronavirus. Nonostante il Paese, con 166.831 casi, rimanga il secondo al mondo dopo gli Stati Uniti per numero di contagi, il governo di Pedro Sanchez da il via alla fase due. La Spagna prova quindi a ripartire, imponendo rigidissime misure di igiene e sicurezza: da oggi, lunedì 13 aprile, riaprono alcune attività non essenziali, come uffici, edilizia e industria. Una scelta fortemente criticata dalle autorità sanitarie, così come dalle forze politiche territoriali. L'opposizione alla fase 2 arriva specialmente dalla Catalogna.

Rimangono comunque chiuse le scuole e i luoghi di assembramento, come cinema, teatri, ristoranti e bar. La parziale riapertura è stata stabilita dal decreto del governo dello scorso 29 marzo: un documento in cui si prevedono anche le misure precauzionali da adottare per impedire una nuova impennata di contagi. Sul posto di lavoro, quindi, dovranno essere indossate le mascherine, bisognerà rispettare il distanziamento sociale e avere a disposizione gel disinfettanti. Nelle strade verranno aumentati i controlli e saranno distribuiti gratuitamente 10 milioni di dispositivi di protezione individuale nei mezzi pubblici. Inoltre, è stato pubblicato un decalogo di comportamenti igienico-sanitari corretti da adottare in questa fase dell'emergenza.

Il primo ministro, Pedro Sanchez, si è però rifiutato di chiamarla fase 2: "Voglio essere chiaro, non stiamo in alcun modo entrando in una sorta di seconda fase. Il vero calo dovrebbe cominciare tra circa due settimane, e sarà progressivo. La misura di confinamento domiciliare, quindi, resterà in vigore sicuramente anche nelle prossime due settimane, se non oltre", ha detto il capo del governo. Tuttavia Sanchez ha anche voluto rivendicare, spiegando quindi il perché della parziale riapertura, che se prima della dichiarazione dell'emergenza i contagi crescevano alla velocità del 68%, ora il ritmo è sceso fino al 3%.

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