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Covid 19

La Nuova Zelanda non è più Covid free: lockdown a Auckland a causa della variante inglese

In Nuova Zelanda, che aveva annunciato nei mesi scorsi di aver sconfitto la pandemia, torna la paura Coronavirus: la città di Auckland è finita in lockdown dopo l’individuazione di tre nuovi casi collegati alla varianti inglese di Covid-19 almeno fino a mercoledì prossimo. La premier Ardern: “Chiedo ai neozelandesi di continuare a essere forti e pazienti”.
A cura di Ida Artiaco
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La Nuova Zelanda non è più Covid free. Il Paese, nel cuore del Pacifico, era stato uno dei primi nei mesi scorsi ad annunciare di aver sconfitto la pandemia. Ma qualcosa è cambiato negli ultimi giorni, al punto che la città di Auckland è finita in lockdown per tre giorni per arrestare l'avanzata del virus. La decisione è stata presa dal governo guidato da Jacinda Ardern dopo l'individuazione di tre nuovi casi collegati alla variante inglese del Coronavirus. Si tratta di soggetti appartenenti alla stessa famiglia, padre, madre e figlia, la cui positività ha portato alla chiusura totale della città, dove vivono 1,6 milioni di persone, almeno fino alla mezzanotte di mercoledì prossimo, ma tutto dipenderà dallo sviluppo della curva epidemiologica nei prossimi giorni.

Il premier neozelandese Jacinda Ardern (Getty).
Il premier neozelandese Jacinda Ardern (Getty).

"Chiedo ai neozelandesi di continuare a essere forti e pazienti", ha detto la Arden, mentre è stata rinviata la terza giornata di regate della finale di Prada Cup, in programma il 17 febbraio tra Luna Rossa e Team Ineos Uk. Il resto del Paese non osserverà il lockdown ma continuerà a rispettare le misure sul distanziamento sociale, i limiti al raduno e l'uso della mascherina. In totale il numero dei casi attivi in Nuova Zelanda è pari a 47. "La priorità – ha sottolineato il primo ministro – è che i contatti stretti dei soggetti positivi vengano testati in modo da poter limitare qualsiasi rischio nella comunità". Ardern ha poi aggiunto che il sequenziamento genomico ha mostrato che il virus individuato appartiene a uno dei ceppi leggermente più infettivi, vale a dire quello britannico. "Abbiamo fatto bene ad adottare un approccio cauto", ha concluso. I funzionari sanitari intanto stanno ancora cercando di identificare la fonte dell'infezione, lavorando su due piste principali.

Dei tre positivi alla variante inglese, uno dei soggetti lavora presso una compagnia aerea di servizi aziendali all'aeroporto di Auckland, per cui i funzionari stanno valutando se il virus possa essersi diffuso attraverso un passeggero in transito o tramite il bucato dell'equipaggio di volo. Sette dei nove collaboratori del contagiato hanno finora restituito risultati negativi ai test. Sono stati identificati anche 42 stretti contatti al di fuori della famiglia, compresi i compagni di classe e gli insegnanti della figlia, con tutti i risultati dei test che si sono rivelati negativi. Prima di sviluppare i sintomi, due membri del nucleo familiare sono andati per una breve vacanza a New Plymouth durante il fine settimana del 6-7 febbraio e hanno visitato varie località. È possibile che il contagio sia avvenuto in questa occasione, ma mancano conferme.

La Nuova Zelanda è stata al centro dell'attenzione per la sua risposta modello alla pandemia, soprattutto per la sua azione precoce e aggressiva. Il Paese ha fino a ora 1.974 casi di Covid-19 e 25 morti. Intanto, sono arrivate le prime consegne dei vaccini anti Covid prodotti dalla Pfizer: ne sono 60mila e le prime somministrazioni cominceranno sabato prossimo.

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