La madre gli dice di andare a dormire, figlio 20enne gli spara undici volte: dramma in Texas

È cominciato tutto con una frase banale, quasi affettuosa, di quelle che ogni madre ripete ai figli stanchi o nervosi: “Vai a dormire, stai agendo da pazzo”. Poche ore dopo, quella stessa donna giaceva a terra, crivellata da undici colpi di arma da fuoco, nel corridoio della loro casa di Santa Teresa, in Texas. A premere il grilletto, secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio suo figlio, Kevin Marin, vent’anni appena compiuti.
La notte tra il 12 e il 13 ottobre si è trasformata in un incubo per la famiglia Marin. Secondo la ricostruzione della polizia di Sunland Park, tutto è cominciato nella tarda serata, quando Kevin ha iniziato a urlare all’interno della casa di Ashwood Drive, disturbando il sonno dei familiari. Suo fratello, esasperato, gli aveva intimato di calmarsi, ma il giovane continuava a gridare senza motivo apparente. La madre, preoccupata, era intervenuta poco dopo, cercando di riportarlo alla ragione. Lo aveva accompagnato nella sua stanza, invitandolo a riposare e, forse, sperando che una notte di sonno potesse placare la sua agitazione.
Ma quella calma non è mai arrivata. Intorno alle tre del mattino, la quiete della casa è stata squarciata da una raffica di spari. Il fratello di Kevin, svegliato dal fragore, è corso nel corridoio e ha trovato la madre riversa a terra, in una pozza di sangue, con ferite multiple da arma da fuoco. Senza perdere tempo, l’ha caricata in auto e l’ha trasportata d’urgenza all’ospedale Transmountain di El Paso, da cui è poi stata trasferita al University Medical Center. I medici hanno contato undici proiettili conficcati nel corpo della donna. Il giorno seguente le sue condizioni restavano critiche, come riportato dal Mirror US.
Nel frattempo, gli agenti intervenuti sul posto hanno trovato la casa ridotta a una scena di guerra. In camera di Kevin sono stati recuperati numerosi bossoli di fucile semiautomatico e due fori di proiettile sulla parete esterna dell’abitazione. Sotto una Jeep Wrangler parcheggiata nel vialetto c’erano macchie di sangue e un’impronta insanguinata di scarpa, mentre nel salotto, incredibilmente, Kevin Marin era seduto tranquillo sul divano, come se nulla fosse accaduto.
In casa, al momento della sparatoria, dormivano anche altri quattro familiari, tra cui un bambino. Nessuno di loro è rimasto ferito, ma tutti sono stati svegliati dal rumore degli spari e dal terrore di quella notte.
Secondo quanto emerso dalle testimonianze, la madre aveva trascorso le ultime ore in compagnia del figlio, nel tentativo di calmarlo dopo una lite familiare. Era rimasta accanto a lui fino a poco prima della tragedia, quasi a volerlo proteggere da sé stesso. Poi, per ragioni ancora da chiarire, Kevin avrebbe preso un fucile semiautomatico e aperto il fuoco contro di lei mentre dormiva.
Dopo la sparatoria, la donna è riuscita a trascinarsi fuori dalla stanza fino al corridoio, dove è stata trovata agonizzante. Kevin, invece, non avrebbe tentato la fuga. Quando un’altra donna, presente durante la tragedia, è rientrata a casa dopo il trasporto della vittima in ospedale, lo ha trovato seduto sul divano, lo sguardo perso, circondato dai resti del disastro che aveva provocato.
Kevin Marin è stato arrestato poche ore dopo e trasferito nel carcere della contea di Doña Ana County Detention Centre. È accusato di tentato omicidio e aggressione aggravata, e la procura del New Mexico ha chiesto che venga trattenuto senza cauzione, in attesa del processo.
Le indagini dovranno ora chiarire cosa sia scattato nella mente del ventenne, descritto dai vicini come un ragazzo introverso ma educato.