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La Libia e la questione energetica: Eni sospende le attività

A causa degli scontri in Libia, la multinazionale Eni sospende le attività legate alla produzione del petrolio e del gas naturale.
A cura di Fernanda Pica
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A causa dell'emergenza in Libia, l'Eni ha sospeso le attività legate alla produzione del petrolio e del gas naturale, e ha provveduto a mettere in sicurezza gli impianti relativi alla lavorazione di queste risorse energetiche. Inoltre sembrano ormai prossime alla conclusione le operazioni di rimpatrio dei dipendenti della multinazionale, cominciato ieri. Precisamente, mancano ancora 34 lavoratori da rimpatriare, ma l'Eni sta nel frattempo effettuando un costante monitoraggio della situazione.

Questa mattina, il "Quotidiano Energia" ha comunicato che Eni avrebbero effettuato un progressivo svuotamento del gasdotto Greenstream, che conduce il gas dalla Libia alla Sicilia, data la situazione di pericolo creatasi in Libia. La diminuzione dei flussi energetici toccherà anche il gruppo Edison, che ha ricevuto una comunicazione da parte dell'Eni, in cui la società spiega che a causa della critica situazione nel Paese nord africano, non sarà più possibile garantire tutti i flussi di gas previsti per Foro Bonaparte, che è il maggiore cliente di Greenstream.

Questa emergenza è probabilmente legata alla manifestazione portata avanti dai cittadini di Nalut, che minacciavano di bloccare il gasdotto Greenstream per bloccare l'approvvigionamento di gas per l'Italia, il Paese fino a qualche mese fa legato alla Libia dall'amicizia di Gheddafi con Silvio Berlusconi. Nel frattempo il ministero dello Sviluppo Economico Italiano ha evidenziato in una nota che il gas dalla Libia costituisce soltanto il 10 per cento delle forniture energetiche necessarie al Paese. Stasera si riunirà il Comitato di sicurezza sulle forniture perché vengano resi disponibili il più presto possibile gli stoccaggi, ordinari e di sicurezza, ancora rimasti inutilizzati.

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