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La Francia vieta l’abaya a scuola, le studentesse musulmane non potranno indossarlo

In Francia il ministro dell’Istruzione ha annunciato che sarà proibito indossare l’abaya a scuola, l’abito islamico tradizionale – ma non religioso – che spopola tra le studentesse.
A cura di Tommaso Coluzzi
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In Francia c'è una nuova polemica sulla abaya, l'abito tradizionale delle donne islamiche. Il vestito, che non ha un valore espressamente religioso, spopola tra le studentesse, in particolare tra coloro che abitano nelle banlieue. Ma il governo transalpino ha deciso di negare loro la possibilità di indossarlo. L'annuncio è arrivato dal ministro dell'Educazione nazionale, l'equivalente del nostro ministro dell'Istruzione, Gabriel Attal, che ha detto che dal nuovo anno scolastico l'abaya sarà vietato in qualsiasi scuola pubblica del Paese. Nonostante si tratti di un vestito comune, acquistabile ai grandi magazzini, le studentesse non potranno indossarlo a scuola.

Secondo il governo francese, la abaya è "chiaramente" un abito religioso e non può essere indossato nelle scuole, che sono "tempio della laicità". Lo stesso portavoce dell'esecutivo ha anche detto che il vestito tradizionale è stato finora "tollerato" negli spazi pubblici, nonostante fosse "consigliato" frequentemente dalle frange più ortodosse di religiosi. L'ayaba, va detto, è un abito tradizionale lungo, che copre il corpo con l'eccezione di mani, piedi e capo. Nelle scuole, soprattutto nelle banlieue, le studentesse arrivano con il vestito e la testa avvolta nel velo, che viene rimosso appena prima dell'ingresso.

"Siamo sempre stati chiari – ha detto ancora il portavoce del governo Olivier Véran – Non si va a scuola per fare proselitismo religioso ma per imparare. Quando si è in classe non ci si deve trovare esposti a segni religiosi ostentatori". Il ministro Attal ha anche detto che già dalla settimana prossima incontrerà tutti i direttori e presidi delle scuole per aiutarli nell'applicazione di questo divieto. Secondo l'opposizione di sinistra de La France Insoumise, si tratta di un provvedimento "incostituzionale".

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