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La figuraccia di Alex Jones, il complottista più famoso d’America: “Questo non è il tuo show”

Alex Jones, fondatore del sito InfoWar, uno dei punti di riferimento del mondo complottista americano, ha ammesso di aver pubblicato innumerevoli bufale in merito alla strade di Sandy Hook del 2012, in cui morirono 26 persone. Molte erano bambini.
A cura di Davide Falcioni
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I familiari delle 26 vittime della strage alla scuola elementare di Sandy Hook non hanno dovuto solo fare i conti con il dolore immenso per la perdita dei loro cari, ma anche fronteggiare le deliranti tesi complottiste messe in circolazione dalla galassia cospirazionista statunitense, per lo più legata ad ambienti di estrema destra.

Tra i negazionisti che definirono quella carneficina una "bufala" Alex Jones, fondatore del sito InfoWar, uno dei punti di riferimento del mondo complottista americano. Ebbene, quel portale per anni ha definito la sparatoria avvenuta nel 2012 nella scuola elementare di Sandy Hook – in cui persero la vita 26 persone, di cui 20 bambini, per mano del giovane killer Adam Lanza – una "fake news" del governo americano costruita  allo scopo di promuovere la politica avversa alle armi dell’allora presidente Barack Obama. Per provare le sue teorie, Jones ha ritoccato fotografie e video, e alcuni dei suoi sostenitori hanno minacciato i parenti delle vittime.

La vicenda, dopo 10 anni, si sta in questi giorni concludendo nel tribunale di Austin, in Texas. Deponendo in sua difesa, Alex Jones ha ammesso di essere stato "irresponsabile" per le sue dichiarazioni e che ora crede che il massacro della scuola elementare di Sandy Hook sia stato "reale al 100%". Probabilmente è stato impossibile continuare a sostenere tesi complottiste avendo di fronte Scarlett Lewis, madre di una delle vittime della strage; oppure si è fatto largo il timore di dover versare il risarcimento di 150 milioni di dollari che la famiglia ha chiesto a lui e a InfoWar. Per non dover saldare i suoi debiti, la società editrice del sito di bufale, Free Speech Systems, ha dichiarato bancarotta la scorsa settimana.

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Tutto lascia presagire una dura condanna per Jones, anche la strategia del suo avvocato. Ieri, in tribunale, il teorico del complotto è impallidito quando ha scoperto che il legale aveva accidentalmente inviato alla controparte messaggi e mail che provano la sua colpevolezza di falsa testimonianza. Jones avrebbe dunque mentito sapevo di mentire, e davanti al giudice avrebbe detto di essere ormai sull'orlo del fallimento.

Una dichiarazione che ha mandato su tutte le furie proprio la giudice: "Questo non è il suo show. Sembra assurdo doverle ricordare che deve dire solo la verità mentre rilascia una testimonianza, eppure eccomi qua: deva dire solo la verità". "Credo che quello che ho detto sia vero, quindi io non…" ha balbettato Jones. Ma la risposta della giudice è stata lapidaria: "Sì, lei crede che tutto ciò che dice sia vero, ma non lo è. Le sue credenze non rendono qualcosa vero. Ecco perché siamo qui".

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