179 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Italiano fermato in Colombia con bimba non sua: “Non sono un rapitore. Voglio adottarla”

È stato rilasciato Mirco Coccato, il padovano fermato all’aeroporto di Cartagena de Indias, in Colombia, con una neonata che non era sua. L’uomo ha spiegato che era partito dalla provincia di Padova, dove vive, per andare ad adottare la piccola, figlia di una cugina della moglie, molto povera: “Ma quale ladro di bambini. Volevo solo aiutare la piccola. Presto sarà nostra figlia quando finiremo di sbrigare tutte le pratiche”.
A cura di Ida Artiaco
179 CONDIVISIONI
Immagine

È stato rilasciato Mirco Coccato, il 39enne di Brugine, in provincia di Padova, finito sui giornali di mezzo mondo dopo essere stato fermato all'aeroporto di Cartagena de Indias, in Colombia, mentre si accingeva a partire per Amsterdam con una neonata che è risultata non essere la sua figlia biologica. L'uomo ha anche scritto al Corriere della Sera per raccontare la sua versione dei fatti e sottolineare che non è un rapitore di bambini, come pure è apparso su molti titoli di giornale. "Ma quale ladro di minori – ha detto -. Volevo solo aiutare la cugina di mia moglie e adottare la piccola".Coccato, sposato da 10 anni con la moglie Guendalina, voleva dunque solo dare una mano ad una parente adottando sua figlia.

"La faccenda dell’adozione – ha raccontato lo stesso protagonista della vicenda al quotidiano di via Solferino – è nata qualche mese fa quando io e mia moglie abbiamo scoperto che una sua cugina era incinta. Lei è molto povera e non voleva tenere la bambina perché non ne ha le possibilità. A noi è venuta l’idea di prenderla e di diventare i suoi genitori. Volevamo evitare le procedure di adozione internazionale dall’Italia perché, oltre a essere lunghissime, sono anche costosissime. Si parla di oltre 30mila euro e abbiamo deciso di arrangiarci direttamente con la Colombia". Così la coppia si è affidata ad un avvocato del posto per il disbrigo di tutte le pratiche e circa una quindicina di giorni fa sono partiti entrambi alla volta del Paese sudamericano. "Ci siamo affidati a un sedicente legale che si era preso l’onere di preparare tutti i documenti. A inizio dicembre siamo arrivati in Colombia, qualche giorno dopo abbiamo preso la piccola e verificato le carte. Dovevamo rientrare il 6 e ci siamo fatti rilasciare un certificato firmato dalla madre naturale che autorizza a portare la neonata fuori dal Paese. Nel frattempo l’avvocato ci aveva fatto avere una carta del registro civile in cui io compaio come padre. Una volta in aeroporto i funzionari hanno scoperto le discrepanze sulla data della carta di imbarco e hanno chiesto di far arrivare la madre naturale nello scalo. La cugina di mia moglie è venuta ma poi sono sorti altri problemi".

Nella documentazione richiesta dalle autorità, tuttavia, oltre al certificato di nascita, mancava anche quello rilasciato dal giudice del tribunale che autorizzasse i due nuovi genitori a portare in Italia la neonata forse per una mancanza del legale. Da qui, la messa in stato di fermo del 39enne e le accuse di traffico di minori. Per fortuna, però, Coccato è stato rilasciato dopo 3 ore. "La bambina è stata portata in una comunità per minori nonostante per la legge colombiana sia a tutti gli effetti mia figlia. Adesso io sono ancora in Colombia, entro lunedì conto di rientrare in Italia mentre mia moglie resterà qua insieme alla cugina per concludere le pratiche".

179 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views