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Guerra in Ucraina

Ispi spiega perché siamo lontani dalla guerra tra NATO e Russia dopo la caduta dei missili in Polonia

L’intervista di Fanpage.it a Eleonora Tafuro Ambrosetti, analista politica dell’Ispi: “Missili caduti in Polonia? È stato un incidente, la Russia non è pronta allo scontro aperto con la NATO. Putin? Il fatto che stia mantenendo da giorni un basso profilo è enigmatico”.
Intervista a Eleonora Tafuro Ambrosetti
analista politica dell'Ispi-Istituto per gli studi di politica internazionale, esperta di questioni che riguardano l’area Russia, Caucaso e Asia centrale.
A cura di Ida Artiaco
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"I missili caduti ieri in Polonia, in attesa di saperne di più dalle indagini ufficiali, non credo siano stati una provocazione diretta della Russia alla NATO, quanto un incidente scaturito dal brutale attacco missilistico di Mosca in Ucraina. Nessuno vuole scontro. Credo che siamo ancora lontani dalla guerra Russia-Occidente che è stata paventata nelle scorse ore".

Così Eleonora Tafuro Ambrosetti, analista politica dell'Ispi-Istituto per gli studi di politica internazionale, esperta di questioni che riguardano l’area Russia, Caucaso e Asia centrale, ha commentato a Fanpage.it quanto successo ieri nel villaggio polacco di Przewodow, al confine con l'Ucraina, dopo che due missili sono caduti uccidendo due civili, con una riflessione sugli scenari che si aprono adesso e su una eventuale guerra allargata, tra NATO da un lato e Mosca dall'altro.

Eleonora Tafuro Ambrosetti
Eleonora Tafuro Ambrosetti

Dott. Tafuro, i toni si sono abbassati dopo le indiscrezioni lanciate per primo da Biden che ha parlato di missili antiaerei ucraini in territorio polacco e non russi. Quale la situazione attuale?

"La situazione in cui ci ritroviamo adesso rientra nell'ambito dell'applicazione dell'articolo 4 del Trattato NATO. C'è una minaccia alla sicurezza di uno dei membri e ci sono consultazioni per capirne la natura e il da farsi, anche se la Polonia non ne ha richiesto l'attivazione. Qualora si accertasse la natura di attacco a Varsavia potrebbe scattare l'articolo 5 sulla difesa collettiva ma anche lì non è immediata l'eventuale entrata in guerra dei singoli membri, dal momento che ciascuno ha una certa discrezionalità nel capire che tipo di risposta vuole attuare a seconda del tipo di attacco. E poi c'è l'articolo 11 che preserva i processi costituzionali di ogni membro sull'uso della forza da parte dei singoli stati o meno. Siamo comunque ancora lontani dalla guerra NATO-Russia che è stata paventata ieri sera".

Cosa potrebbe succedere adesso?

"Potrebbero comunque esserci risposte molto dure. Alcuni esperti hanno suggerito l'imposizione di una no fly zone anche sull'Ucraina. Per me l'ipotesi più plausibile resta quella al momento del rafforzamento del fianco orientale della NATO, quindi Polonia e Romania, due paesi che hanno un valore strategico importante e il cui peso aumenterà sempre di più, e ovviamente il sostegno rinnovato dal punto di vista militare a Kiev".

I leader occidentali sembrano essere molto prudenti in attesa delle indagini ufficiali, a differenza di Mosca che ha usato apertamente la parola "escalation". Cosa ci dicono questi due atteggiamenti sugli sviluppi futuri del conflitto?

"Sono dinamiche che noi vediamo dall'inizio del conflitto,  nel 2014, non solo da febbraio scorso, con accuse mutue tra la Russia e l'Ucraina. Io credo che l'atteggiamento cauto di Biden e di altri leader europei sia quello più appropriato in questo momento. Nessuno vuole arrivare ad uno scontro militare diretto".

Anche per la guerra non conviene a nessuna delle due parti…

"Non credo proprio. La Russia si trova già in una situazione militare complessa quindi è chiaro che una eventuale entrata in guerra della NATO, che ha una immensa superiorità dal punto di vista militare, non gioverebbe per nulla a Mosca. Per questo non credo sia stato un attacco deliberato. Molti pensano che i fatti di ieri sera siano stati il frutto di un atteggiamento di provocazione per vedere fin dove la NATO è disposta a spingersi. A me, sulla base delle valutazioni fin qui disponibili, sembra più plausibile l'ipotesi di un incidente scaturito dal brutale attacco missilistico all'Ucraina che colpisce anche obiettivi vicino al confine. Stento, insomma, a credere che sia una provocazione diretta".

Anche se non ci sarà una escalation ci sarà un inasprimento dello scontro. In quest contesto come si colloca l'Italia?

"In questo momento il nostro Paese non può far altro che seguire gli sviluppi e adattarsi alle decisioni della NATO. In questi anni l'Italia si è dimostrata un partner nell'Alleanza e a livello europeo responsabile, quindi non credo che ci saranno cambiamenti anche con il nuovo governo, almeno non in questa fase. Non vedo per lei un ruolo da protagonista ma nemmeno ai margini".

Putin che fine ha fatto?

"In questi giorni sta mantenendo un profilo basso, non è andato neanche al G20 a Bali mandando al suo posto il ministro Lavrov, quindi non escludo che interverrà sulla questione in futuro ma il suo silenzio ora è enigmatico. Sta facendo parlare altri al suo posto e il fatto che rimanga sulle sue è un qualcosa su cui ci dovremmo interrogarci. È un profilo basso a cui stiamo assistendo da qualche giorno".

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