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Incidente nucleare in Ucraina, secondo allarme consecutivo per la centrale di Zaporožska

Il reattore numero 6 si è spento automaticamente per evitare il surriscaldamento dell’impianto. A fine novembre un altro guasto aveva causato lo stop alla produzione energetica.
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“L'Unità 6 della centrale nucleare di Zaporožskaja, si è disattivata automaticamente dalla rete grazie all'intervento del sistema automatico che previene danni al generatore. Il reattore è in questo momento al 40 per cento delle sue capacità produttive nominali”. Questo è quanto si legge sul sito ufficiale della struttura, sita nella parte meridionale dell'Ucraina e a circa 200 chilometri dalla regione separatista di Donetsk, a poche ore dall'ennesimo guasto – secondo in un mese –, che ha provocato lo stop alla fornitura di energia elettrica ad una vasta zona del paese e l'ennesimo allarme nel cuore dell'Europa (si ricordi anche quanto avvenuto in Repubblica Ceca il 6 novembre scorso). Nella notte di domenica, il problema è stato scovato, risolto e il reattore numero 6 della centrale ucraina è ritornato in funzione normalmente (sotto i comunicati rilasciati dal managment della centrale nucleare).

http://www.npp.zp.ua/news#news–1328
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L'allarme, secondo le informazioni rilasciate sul sito della ЗАЭC (sigle per Запорожская Атомная Электростанция, in caratteri latini Zaporožskaja Atomnaja Elektrosanzija, ovvero centrale nucleare di Zaporožska), è scattato alle 5.59 – alle 4.59 ora italiana – del 28 dicembre per evitare che la temperatura all'interno del reattore si alzasse oltre i limiti consentiti. Le cause di tale malfunzionamento sono ancora sconosciute e i tecnici ucraini sono a lavoro per cercare di capire cosa abbia provocato l'arresto del blocco 6 e l'entrata in funzione del sistema di sicurezza. È opportuno sottolineare che, in ogni caso, non sono state registrate fughe radioattive di sorta e che i valori registrati (pari a 8-12 microroentgen/per ora) sono ritenuti dagli esperti assolutamente nella norma. La struttura di Zaporožska rappresenta la centrale nucleare più grande del paese nonché d'Europa ed è la quinta più grande nel mondo, fornendo grazie alla sua capacità produttiva circa un quinto del fabbisogno energetico nazionale. I 15 reattori nucleari ucraini producono circa la metà dell'intera produzione nazionale (e l'impianto sito nel Sud del paese raggiunge da solo il 22 per cento del totale). Due reattori dei sei in funzione, tutti di tipo Vver costruiti tra il 1981 e 1985 e gestiti dalla Energoatom (sigla per: National Nuclear Energy Generating Company of Ukraine, ovvero Compagnia nazionale produttrice di energia nucleare dell'Ucraina), verranno tra poco più di un mese smantellati per essere completamente revisionati e per questo motivo rimarranno off line per circa quattro mesi (i lavori sono previsti perché i due reattori sono in funzione da trent'anni).

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L'evento di poche ore fa è solo l'ultimo in ordine di tempo, visto che la centrale di Zaporožska è tornata alla ribalta delle cronache mondiali più di una volta nel corso del 2014. A maggio la polizia ucraina ha impedito che un gruppo di persone armate, secondo quanto riportato da fonti locali la milizia sarebbe stata composta da aderenti al gruppo paramilitare neonazista Правий сектор (Pravij sektor, ovvero Settore destro), assaltasse la centrale per scopi ancora oscuri. Successivamente è stato reso noto che le autorità di Kiev hanno firmato un accordo con la Westinghouse Electric Company, azienda nordamericana leader nel mercato atomico, per l'acquisto del combustibile nucleare al posto della russa Tvel che ha fornito il materiale per anni. L'attenzione internazionale si è focalizzata sull'accordo non perché i rifornimenti energetici, per così dire, siano passati da Mosca a Washington, ma perché nel 2012 le barre nordamericane sono state bandite dal mercato nazionale perché ritenute incompatibili con le necessità tecniche degli impianti ex sovietici. Stesso nel 2012 si verificò un altro incidente nella struttura di Zaporožska, causato a detta dei tecnici dell'Energoatom proprio dalle barre di combustibile della Westinghouse che si differenziano per struttura da quelle russe (la società americana all'epoca replicò che le responsabilità dell'incidente erano da imputare invece proprio ai tecnici ucraini che avrebbero installato male le suddette barre), evitando la catastrofe solo grazie all'entrata in funzione del sistema di sicurezza. I guai energetici per l'Ucraina continuano, dunque, senza soste (si pensi alla scarsità del carbone che in questi giorni sta preoccupando non poco il governo di Kiev) così come gli incidenti ai reattori nucleari in Giappone e nel resto del mondo – si ricordi anche quanto successo pochi giorni fa in Corea –, che continuano a far tenere alta l'attenzione sull'utilizzo dell'energia dell'atomo.

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