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Il Regno Unito riapre tutto, ma gli esperti hanno paura della variante indiana: “Non è ancora finita”

Nel Regno Unito in una settimana sono aumentati da 520 a 1.313 i contagi dovuti alla cosiddetta variante indiana. Ed ora la ‘Fase 4’, quella delle riaperture prevista il 21 giugno e del ritorno quasi totale alla normalità, è a rischio. Pronte le contromisure: accelerare i tempi del vaccino per i giovani e del richiamo per le categorie fragili.
A cura di Biagio Chiariello
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Proprio quando il Regno Unito sembrava essersi svegliato da un lunghissimo incubo (con ristoranti, cinema e palestre che da oggi 17 maggio riaprono completamente e “familiari e amici” che possono tornare ad abbracciarsi), a Londra squilla un campanello d'allarme. La contagiosità della variante indiana del Covid e, soprattutto, la sua rapida diffusione in alcune zone della Gran Bretagna preoccupano il governo. Il premier Boris Johnson ha avvertito nel weekend che la pericolosa mutazione scoperta per la prima volta in India ha il potenziale per sviare l’allentamento del blocco attualmente in corso nel Paese. I dati diffusi giovedì dalla Public Health England hanno evidenziato che il numero di casi confermati della variante B.1.617.2 nel Regno Unito è più che raddoppiato in una sola settimana, passando da 520 a 1.313 infezioni. La stragrande maggioranza dei contagi è stata registrata in Inghilterra, ma alcuni casi sono stati riscontrati anche in Scozia, Galles e Irlanda del Nord.

Il Regno Unito riapre

Downing Street ha confermato che il piano per il ritorno alla normalità procederà secondo programma. Da oggi quindi gli inglesi potranno mangiare al ristorante o bere una birra al chiuso, andare al cinema e far visita ad amici e parenti a casa per la prima volta da mesi. Tuttavia Johnson è stato chiaro: “Devo essere all’altezza del fatto che questa nuova variante potrebbe rappresentare un serio ostacolo ai nostri progressi e potrebbe rendere più difficile il passaggio alla fase quattro a giugno” prevista per il 21 giugno quando in Gran Bretagna dovrebbero riaprire anche pub, club, locali notturni e tornare a essere consentiti eventi sportivi o pubblici con presenze di massa.

La campagna vaccinale

Londra quindi non guarda indietro, per ora. Piuttosto si valuta una revisione della campagna vaccinale, che comunque prosegue spedita: più di due terzi di cittadini adulti del Regno Unito hanno ricevuto almeno una dose del siero anti Covid, e più di un terzo è completamente vaccinato. I dati pubblicati dalla PHE dimostrano che il programma di vaccinazione ha finora prevenuto 11.700 decessi tra gli over 60.

Le contromisure alla variante indiana

Il ministro responsabile dei vaccini, Nadhim Zahawi è pronto a somministrare il siero ai giovani che vivono con i genitori o con parenti più anziani. L'esperimento pilota avviato a Luton, ha spiegato il ministro, si è dimostrato da questo punto di vista efficace. Nel contempo si pensa ad accelerare i tempi del richiamo per quei dieci milioni di cittadini appartenenti alle fasce più fragili che ancora hanno ricevuto solo la prima dose. Il professor Paul Hunter, consulente dell'Oms, ha però espresso alla Bbc perplessità per questa strategia, in quanto è stato provato che una maggiore distanza temporale tra la prima e la seconda dose garantisce una maggiore efficacia nell'immunizzazione. Si è anche pensato a concentrare le vaccinazioni nella aree con più contagi (Bolton, Blackburn, Derby, ect), ma lo stesso Hunter ha evidenziato che sarebbe inutile visto che le persone vaccinate impiegano due o tre settimane per sviluppare l'immunizzazione e concentrare le somministrazioni in aree specifiche del Paese potrebbe significare spostarle da altre dove potrebbero essere già attivi focolai tutt'ora ignoti.

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