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Il generale Tricarico: “Test nucleare esibizione di forza di Francia e Russia, tengono alta la tensione”

L’intervista di Fanpage.it a Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare italiana: “Quella di Francia e Russia, da un lato col test di un missile nucleare dall’altro con le esercitazioni nucleari vicino all’Ucraina, sono una esibizione muscolare che contribuisce a tenere alta la tensione e semmai ad aumentarla. Ma credo si resterà al confronto verbale”.
Intervista a Leonardo Tricarico
ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare italiana.
A cura di Ida Artiaco
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"Quella di Francia e Russia, da un lato col test di un missile nucleare dall'altro con le esercitazioni nucleari vicino all'Ucraina, sono una esibizione muscolare che contribuisce a tenere alta la tensione e semmai ad aumentarla. Ma credo e spero che il piano d'azione venga contenuto al confronto verbale".

Così Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare italiana, ha commentato a Fanpage.it la notizia resa nota questa mattina dal Ministero della Difesa francese del primo test di lancio di un missile aggiornato con capacità nucleare, l'Asmpa-r, progettato per essere lanciato da un caccia Rafale, che segue l'avvio delle esercitazioni nucleari della Russia vicino all'Ucraina, annunciato ieri.

Il Generale Leonardo Tricarico
Il Generale Leonardo Tricarico

Cosa rappresentano queste azioni da parte di Parigi e Mosca?

"Sia nel caso della Francia che in quello della Russia, come di qualunque altro paese con capacità nucleare, il fatto che ci siano esercitazioni nell'utilizzo di questo sistema è una buona notizia, perché le procedure di armamento nucleare sono talmente complesse, dettagliate e mutevoli sia per quanto riguarda i codici che per il personale addetto, che più ci si esercita più la comunità può stare tranquilla che non venga commesso alcun errore nella deprecabile ipotesi che lo si usi davvero. Tuttavia, nei casi in questione, ci troviamo di fronte non certo alla necessità di mantenere un aggiornamento procedurale, quanto a una esibizione muscolare che contribuisce a tenere alta la tensione e semmai ad aumentarla".

Come mai, però, la Francia ha deciso di fare questo annuncio poco dopo che Mosca ha fatto sapere di aver avviato le esercitazioni nucleari vicino all'Ucraina?

"Nel caso della Francia, tutto questo rientra nella scellerata, irresponsabile e talvolta incomprensibile posizione rispetto alle finalità che vuole conseguire e che a volte non possono essere motivate solo da consenso interno e da elezioni di ogni tipo in avvicinamento. Quando il presidente della Repubblica ripetutamente ventila l'eventualità di inviare soldati francesi in territorio ucraino dimostra una profonda ignoranza dell'utilizzo dello strumento militare, perché mandare oggi un soldato lì significa renderlo carne da cannone e questa fattispecie non è prevista da nessun tipo di dottrina di impiego occidentale. Mandare truppe in Ucraina significa avere prima garanzie dell'utilizzo di una dottrina di impiego delle forze armate che sia coerente con la nostra e che preveda anche la sopravvivenza dei nostri soldati".

Dunque, perché l'ha fatto?

"Tra gli obiettivi che la Francia vuole raggiungere c'è anche quello di ricordare che è l'unico paese in Europa a disporre di questa capacità. Tutto questo ha una sua fruibilità in vista della creazione di uno strumento militare europeo nel quale evidentemente Parigi vuole ricordarci che un'Europa della difesa comune deve tenere ancora conto della primogenitura della sua capacità nucleare. Questo è un qualcosa che c'è nel retropensiero dei francesi".

A questo punto, cosa dovremmo aspettarci? Una controrisposta da parte russa?

"Credo e spero che il piano venga contenuto al confronto verbale, che ha l'unico difetto di tenere alta la tensione. Se ragioniamo con impegni alla mano, dalla Russia non c'è da aspettarsi che l'utilizzo non nucleare, perché la dottrina di impiego di questa capacità prevede che venga utilizzato solo quando è in pericolo l'esistenza stessa della Russia e mi pare che siamo ben lontani da questa circostanza. Alcuni nazionalisti potranno evocare come verosimile questo comportamento, ma se i russi si attengono a quanto loro stessi hanno deciso non ci dovrebbe essere nulla da temere. Siamo ancora in una fase di logoramento, con ricerca di motivi per l'innalzamento della tensione come per esempio quello delle richieste fatte da Kiev a Germania e Polonia di abbattere missili russi che viaggiano verso l'Ucraina o del ridisegno territoriale delle acque del Mar Baltico. Essendo questa una guerra bloccata, in cui si avanza e si regredisce di poco, si stanno cercando ulteriori elementi di confronto. Nella sostanza il punto di caduta resta un negoziato per cui nessuno si sta adoperando davvero e che forse potrà vedere una nuova prospettiva se Trump dovesse vincere le elezioni Usa il prossimo novembre. Ma a quel punto potrebbe essere un negoziato tanto maldestro quanto ingiusto".

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