Il cerotto per il sollievo del dolore le si attacca al corpo: bimba di 15 mesi muore

Una bimba di appena 15 mesi, Amelia Cooper, è stata ritrovata senza vita nel lettino dei suoi genitori nella loro casa di St Austelle, in Regno Unito. Stando ad una prima analisi, il medico legale ha stabilito che il decesso (i fatti sono avvenuti nel 2016) sarebbe stata una potente dose di Fentanyl, noto analgesico oppioide sintetico. A quanto pare Amelia dormiva abbracciata alla madre ma il cerotto farmacologico applicato sul corpo della donna, Sara Talbot, si era accidentalmente attaccato sulla sua pelle. La piccola è stata immediatamente trasportata in ospedale ma i medici non sono riusciti a salvarla. Il medico legale Emma Carlyon non ha dubbi sul fatto che a causare il decesso della bimba è stato il potente analgesico, simile alla morfina. Nessuno sa, al momento, come abbia fatto quel cerotto a finire sul corpicino di Amelia; tra l'altro, nonostante le indagini della polizia, il medicamento non è stato ritrovato.
“Ho ucciso mia figlia”, queste le parole della madre, sconvolto dopo aver scoperto la causa del decesso della sua bambina. “Manca un cerotto dal corpo di sua madre. Non è chiaro come il patch sia stato applicato ad Amelia, soprattutto perché indossava un pigiama che copriva l'area. Non è chiaro quando, dove o come il patch sia stato attacco ad Amelia”, ha dichiarato il medico legale Emma Carlyon. Durante un’udienza del processo sulla morte di Amelia, la patologa Debby Cook ha descritto gli effetti sul corpo umano di una dose massiccia di Fentanyl: convulsioni, riduzione della pressione sanguigna e, nei casi estremi, la morte. La piccola nel suo corpo ne aveva livelli talmente alti da poter uccidere un adulto. “Non ci sono stati danni esterni che possano aver contribuito alla morte, la piccola non aveva nessuna malattia naturale” ha dichiarato la Cook. “Il farmaco può causare una riduzione della respirazione, una riduzione della pressione sanguigna e in alcuni casi convulsioni. Quando i livelli diventano alti ci sarà un coma, e in alti livelli come questo può essere fatale”, spiega ancora la patologa.