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Il cellulare di famiglia cade e si rompe, 16enne si uccide perché non può frequentare lezioni online

Un adolescente di 16 anni, Rohit Varak, si è tolto la vita dopo aver rotto accidentalmente l’unico cellulare di famiglia che gli permetteva di poter seguire le lezioni online a distanza dopo la chiusura delle scuole in India per l’emergenza coronavirus. Il ragazzino, morso dai sensi di colpa e per la rabbia di non poter seguire le lezioni, si è ucciso.
A cura di Antonio Palma
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L’emergenza coronavirus rischia di lasciare cicatrici permanenti su una intera generazione di giovani costretti a rinunciare a ogni attività sociale ma anche alle lezioni in presenza a scuola con conseguenze accora tutte da valutare, la conferma arriva all’India dove un adolescente di 16 anni, Rohit Varak, si è tolto la vita dopo aver rotto accidentalmente l’unico cellulare di famiglia che gli permetteva di poter seguire le lezioni online a distanza.

Il sedicenne, che vive nello stato occidentale di Goa, ha fatto cadere lo smartphone mentre lo usava rompendo lo schermo. Per ripararlo occorrevano tremila rupie, circa 35 euro, ma la famiglia non ha le risorse economiche per una simile cifra. Il ragazzino, morso dai sensi di colpa e per la rabbia di non poter seguire le lezioni si è tolto la vita quattro giorno dopo. Quel telefono infatti serviva anche ai fratelli e ora nessuno di loro può seguire le lezioni che rimangono a distanza.

“Mio padre non aveva tutti quei soldi” ha raccontato a The Independent la sorella diciottenne di Rohit. Quella del 16enne infatti è una famiglia monoreddito che si basava sul lavoro del padre, autista di un autobus privato settore pesantemente colpito dai blocchi posti in India per fermare il contagio. Una condizione che accumuna milioni i famiglie nel Paese i cui figli rischiano di essere esclusi anche dall’istruzione di base.

Secondo uno studio a campione, quasi il 30% dei bambini indiani non ha avuto accesso a lezioni o attività di apprendimento da quando son state avviate misure di blocco in India il 25 marzo scorso. La stessa storia di Rohit no sembra un caso isolato visto che i media hanno riportato diversi suicidi legati al divario digitale del paese da quando è scattato il lockdown alla fine di marzo.

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