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I Talebani hanno chiesto di parlare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite

La richiesta è arrivata da Amir Khan Muttaqi, il ministro degli Esteri: in una lettera inviata al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha chiesto di poter prendere la parola al vertice internazionale, di fronte ai leader mondiali. Luigi Di Maio, che si trova in questo momento a New York ha commentato così la richiesta dei Talebani: “Vorrebbero parlare alle Nazioni Unite? Prima dimostrino di rispettare i diritti delle donne. Servono i fatti, non le parole”.
A cura di Annalisa Girardi
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I Talebani vogliono parlare all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che è in corso questa settimana a New York. La richiesta è arrivata da Amir Khan Muttaqi, il ministro degli Esteri: in una lettera inviata al segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha chiesto di poter prendere la parola al vertice internazionale, di fronte ai leader mondiali e ha sottolineato che il portavoce talebano di base a Doha, Suhail Shaheen, recentemente nominato nuovo ambasciatore dell'Afghanistan presso le Nazioni Unite, dovrebbe sostituire Ghulam Isaczai, che finora ha ricoperto il ruolo davanti alla comunità internazionale.

Formalmente la richiesta è stata inoltrata al Comitato per le credenziali, di cui fanno parte nove Paesi, tra i quali anche Cina e Russia. Difficilmente però questo si riuscirà a riunire prima della prossima sessione dell'Assemblea, prevista per lunedì prossimo. Nel frattempo, quindi Ghulam Isaczai, che dovrebbe tenere un discorso nell'ultima giornata del vertice, resta ufficialmente l'ambasciatore afghano davanti alle Nazioni Unite, anche se secondo i Talebani la sua figura non rappresenta più il Paese.

Ieri i principali esponenti del governo talebano hanno incontrato alcuni funzionari di Russia, Cina e Pakistan, tra gli attori internazionali più coinvolti nella questione regionale. I Talebani starebbero trattando per il riconoscimento del loro governo da parte degli altri Stati della comunità internazionale, cosa che al momento a livello ufficiale non è ancora avvenuta. Nominare direttamente il proprio ambasciatore di fronte alle Nazioni Unite sarebbe in questo senso un passo avanti.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che si trova in questo momento a New York ha commentato così la richiesta dei Talebani: "Vorrebbero parlare all'Onu? Prima dimostrino di rispettare i diritti delle donne. Servono i fatti, non le parole".

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