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I ladri del Louvre sono scampati alla polizia per 30 secondi: cosa dice l’inchiesta sul furto del secolo

Il furto dei gioielli al Louvre è riuscito per soli 30 secondi di anticipo sulla polizia, rivelando gravi falle nella sicurezza e ritardi negli interventi interni.
A cura di Davide Falcioni
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Il clamoroso furto avvenuto in pieno giorno al Louvre lo scorso ottobre è riuscito grazie a un concatenarsi di falle evitabili nella sicurezza del museo. Secondo un’indagine commissionata dal ministero della Cultura francese, i ladri che hanno sottratto gioielli della corona per un valore stimato di 88 milioni di euro hanno eluso le forze dell’ordine con appena 30 secondi di anticipo.

Il rapporto, presentato alla commissione cultura del Senato, descrive una situazione sorprendente per il museo più visitato al mondo: nella zona in cui gli intrusi sono entrati era attiva una sola delle due telecamere previste, mentre la sala di controllo non disponeva di schermi sufficienti per monitorare costantemente le immagini. Quando l’allarme è scattato, la polizia è stata indirizzata inizialmente nel posto sbagliato, a causa di scarsa coordinazione interna.

Secondo il capo dell’indagine, Noël Corbin, quei 30 secondi sono stati decisivi: se le guardie private o gli agenti arrivati in auto avessero raggiunto l’area appena prima, la fuga sarebbe stata impossibile. L’adozione di un sistema di videosorveglianza più moderno, vetri rinforzati o procedure di comunicazione più efficienti avrebbero potuto evitare il colpo.

Le vulnerabilità del museo non erano sconosciute. Negli ultimi anni la direzione aveva ricevuto diverse analisi tecniche, tra cui un audit del 2019 realizzato da esperti della gioielleria Van Cleef & Arpels. Quel documento segnalava come particolarmente esposto il balcone sul lungosenna, raggiungibile facilmente tramite una scala telescopica: esattamente l’accesso scelto dai ladri. L’attuale direttrice del Louvre, Laurence des Cars, non ne era a conoscenza perché la relazione era stata commissionata dal suo predecessore e non adeguatamente condivisa. Raccomandazioni rimaste lettera morta, afferma l’inchiesta.

La polizia francese ritiene di aver individuato e arrestato i quattro protagonisti del blitz, durato in totale circa dieci minuti e concluso con una fuga in moto dopo il colpo nella Galleria Apollo.

L’inchiesta accresce la pressione su Des Cars, nominata nel 2021, già criticata per presunti ritardi nella modernizzazione dei sistemi di sicurezza. Una seconda indagine parlamentare è in corso, mentre la Corte dei conti ha recentemente contestato il ritmo “gravemente insufficiente” degli interventi di protezione, attribuendo al museo la tendenza a privilegiare iniziative di grande visibilità piuttosto che rafforzare i dispositivi interni.

Nel frattempo il clima interno si deteriora. I dipendenti del Louvre hanno annunciato uno sciopero per denunciare carenze di personale e sovraffollamento, in un museo che lo scorso anno ha accolto 8,7 milioni di visitatori. A complicare ulteriormente il quadro, a fine novembre una perdita d’acqua ha danneggiato tra 300 e 400 pubblicazioni e documenti del dipartimento egizio, sollevando nuove preoccupazioni sulla manutenzione degli spazi e sulla protezione delle collezioni.

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