video suggerito
video suggerito

Mamma e papà gli fanno bere salamoia per punizione, bimbo di 7 anni muore: nessuna accusa per genitori

Isaiah, 7 anni, è morto dopo aver ingerito salamoia d’oliva come punizione inflitta dai genitori adottivi, una coppia dello Stato USA del Colorado. Malnutrito e disidratato, il piccolo è deceduto tra atroci sofferenze. Nonostante le segnalazioni, le autorità hanno chiuso il caso senza incriminazioni.
A cura di Biagio Chiariello
6.583 CONDIVISIONI
immagine di repertorio
immagine di repertorio

Isaiah aveva solo sette anni quando, il 17 febbraio 2020, è stato trasportato d’urgenza in un ospedale dello Stato USA del Colorado dopo giorni di vomito e comportamenti insoliti. Durante il tragitto ha perso conoscenza e il giorno seguente è morto. L’autopsia ha rivelato un quadro drammatico: malnutrizione, grave disidratazione e un gonfiore anomalo di entrambi gli intestini. Il sospetto più inquietante? Che a ucciderlo sia stata una dose letale di salamoia di olive, ingerita come punizione.

Secondo il rapporto del Colorado Child Protection Ombudsman, almeno tre operatori hanno segnalato alle autorità che i genitori adottivi, Jon ed Elizabeth S., utilizzavano la salamoia come metodo punitivo nei confronti dei figli. In particolare, Isaiah sarebbe stato costretto a ingerirla per “correggere” i suoi comportamenti, giudicati dai genitori come ribelli e manipolatori. La quantità di sodio assunta sarebbe stata talmente elevata da risultare letale, soprattutto considerando lo stato di salute già compromesso del bambino.

Nel rapporto viene espressa "profonda preoccupazione per l’incolumità degli altri bambini in casa e per la gravità delle punizioni inflitte". Isaiah era infatti l’unico figlio adottivo tra cinque fratelli, tutti istruiti in casa da Elizabeth. Il padre, Jon Stark, era agente di polizia nella contea di Grand, una comunità rurale del Colorado.

La coppia aveva adottato Isaiah subito dopo la nascita, ma ben presto aveva iniziato a descriverlo come un bambino “danneggiato”, affetto da gravi disturbi comportamentali. Secondo quanto emerge dai documenti ufficiali, i genitori parlavano apertamente delle loro difficoltà nel gestirlo, attribuendo a lui la causa del malessere familiare. Elizabeth avrebbe persino confidato al medico di volere un farmaco "così forte da costringerlo a dormire".

In un passaggio agghiacciante del rapporto, la madre racconta che Isaiah "la odiava" già a due mesi di vita, e che si comportava male solo in sua presenza, lontano da occhi esterni. Quel comportamento sarebbe stato punito – secondo le accuse – con metodi crudeli, tra cui l’assunzione forzata di liquidi salati.

La morte del bambino avrebbe potuto aprire un caso giudiziario clamoroso. Invece, l’intera vicenda è stata chiusa come un tragico incidente. Le autorità locali, tra cui il procuratore distrettuale Matt Karzen, hanno deciso di non sporgere denuncia, ritenendo che l’autopsia non fornisse prove sufficienti a dimostrare un’intenzionalità criminale.

Ma ciò che solleva maggiore indignazione è il contenuto del rapporto della Colorado Bureau of Investigation: la vice coroner Tawnya Bailey avrebbe rassicurato i genitori dicendo loro che avrebbe fatto "di tutto per far sì che la vicenda restasse riservata". Avrebbe anche aggiunto che l’investigatore dello sceriffo e il procuratore avrebbero “messo da parte” eventuali risultati dell’autopsia. Alla coppia fu detto chiaramente: «Il caso è chiuso».

Questa posizione è stata duramente criticata da Stephanie Villafuerte, funzionario per la protezione dei minori in Colorado: "Abbiamo molte domande senza risposta, e chi dovrebbe fornirle si rifiuta di farlo", ha dichiarato.

Solo un mese dopo la morte di Isaiah, Elizabeth è rimasta incinta del loro sesto figlio, Knox. In un blog personale, lo ha descritto come un "miracolo nato dal dolore", rievocando il lutto e il peso degli anni vissuti accanto a Isaiah, "nell’oscurità della sua malattia mentale".

Ma per molti osservatori, il vero buio resta quello che ha avvolto la morte di un bambino vulnerabile, apparentemente punito con modalità che non trovano alcuna giustificazione educativa né umana. Un buio che, nonostante gli sforzi per insabbiarlo, continua a gridare giustizia.

6.583 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views