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Germania, maestra d’asilo di 25 anni arrestata per l’omicidio di una bambina di 3 anni

Una insegnante di asilo di 25 anni è stata arrestata in Germania con l’accusa di aver ucciso una bimba di tre anni. A Viersen, città teatro dell’episodio, sono in corso da aprile le indagini sulla morte della piccola, soccorsa invano dai medici quando non era già più nelle condizioni di respirare.
A cura di Susanna Picone
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Una giovane insegnante d'asilo è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso una bambina di tre anni. Accade in Germania e la donna arrestata ha 25 anni. La bambina è morta a Viersen, città della Renania Settentrionale-Vestfalia, il 4 maggio scorso. La donna è stata arrestato con l’accusa di omicidio, secondo quanto hanno fatto sapere il procuratore e la polizia di Mönchengladbach.

La bimba non respirava quando è stata portata in ospedale – Secondo quanto ricostruito dai media tedeschi, la bambina è stata portata in ospedale il 21 aprile scorso perché non respirava. La piccola è stata soccorsa dai medici del pronto soccorso, ma le sue condizioni erano apparse subito molto gravi. Dopo alcuni giorni il decesso. L'ospedale aveva precedentemente avvertito la polizia che il caso era sospetto secondo i medici. Dopo l'autopsia, secondo gli investigatori, è emerso in maniera chiara che la bimba non è morta per cause naturali. Cosa è accaduto con esattezza non è stato reso pubblico.

Il sindaco della città: "Evento che lascia senza parole" – L’insegnante è stata arrestata martedì scorso e il giorno dopo è apparsa davanti al giudice. Intanto la donna non risulta ufficialmente più impiegata nell’asilo, motivo per cui la polizia e la procura hanno parlato di una ex insegnante. Non è chiaro se sia stata licenziata dopo il suo arresto o sia andata via prima. Il sindaco di Viersen Sabine Anemüller ha espresso sgomento per l’accaduto. "L'orrore per il sospetto che un simile evento possa accadere in un asilo nido ci lascia senza parole", ha detto venerdì. Il sindaco aveva già espresso le sue condoglianze alla madre della bambina. "Ma i miei pensieri sono anche per i dipendenti, gli altri genitori e figli del centro diurno”, ha aggiunto sottolineando che continuerà a sostenere le indagini della polizia sul caso.

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